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“Didattica orientativa: per una scelta futura consapevole”

08 Luglio, 2023

Si sente spesso parlare di didattica orientativa, ma di cosa si tratta realmente?

La definizione di orientamento arriva dalle politiche di Lisbona 2020 e comprende tutte quelle attività utili, ai cittadini di ogni età, a prendere coscienza delle proprie competenze, capacità e interessi, al fine di riuscire nella realizzazione personale in ambito professionale, formativo e dell'istruzione. 

La prassi di didattica orientativa ne è quindi parte integrante. Citando Carl Rogers, è quella tendenza attualizzante, quella capacità intrinseca nell’essere umano di orientarsi selettivamente e in modo diretto verso il completamento e l’attualizzazione delle proprie potenzialità. 

L’aumentata attenzione verificatasi negli ultimi anni nei confronti del fenomeno dell’orientamento ha portato ad affidare alla scuola un compito molto preciso. Ma essa è in grado di preparare i giovani, a cui viene richiesto di sviluppare competenze funzionali ad affrontare le trasformazioni in atto? Come favorire nell’allievo lo sviluppo di tutte quelle risorse e competenze necessarie per conoscersi, decidere e progettare in modo autonomo e consapevole il proprio futuro?

La scuola assume in questo senso un ruolo centrale, essendo un'istituzione che accompagna la crescita dell'individuo dai 3 ai 18 anni di vita. È, quindi, il luogo fondamentale per decidere del proprio futuro, dove formare ragazzi e ragazze che riescano a identificare e realizzare le proprie ambizioni fornendogli una serie di competenze e valorizzando la loro personalità. Quelle life skills che, “rappresentano una combinazione dinamica di abilità cognitive e meta-cognitive, interpersonali, intellettuali e pratiche e aiutano gli individui ad adattarsi e ad assumere atteggiamenti positivi in modo da riuscire ad affrontare efficacemente le sfide poste dalla vita quotidiana e professionale” (Haselberger, 2012).

Le competenze in questione sono sia specifiche che trasversali; riguardano, pertanto, non solo il possesso di conoscenze legate alle singole discipline (hard skills), quanto anche lo sviluppo della creatività, dello spirito di iniziativa e imprenditorialità e la padronanza delle lingue e delle tecnologie. 

Si intende allora per didattica orientativa quel tipo di didattica che favorisce l'orientamento dei ragazzi tramite un approccio fortemente legato alla realtà a scapito di un nozionismo fine a sé stesso.
Una didattica concreta, che si sviluppa negli anni intorno all'obiettivo di favorire l'inserimento degli individui nel mondo, non solo del lavoro, attraverso scelte responsabili. Uno strumento, in definitiva, per aiutare gli studenti nei loro percorsi di crescita e che possa facilitare la loro realizzazione personale.

La didattica orientativa deve essere, perciò, attuata sia durante il normale svolgimento delle attività scolastiche che extra scolastiche, a partire dalla scuola dell’infanzia. Gli insegnanti sono chiamati al delicato compito di accendere la curiosità degli allievi, rendendoli consapevoli delle discipline e della loro applicabilità nella vita di tutti i giorni. 

Già la direttiva n. 487/97 definiva le finalità dell’orientamento come “attività istituzionale delle scuole di ogni ordine e grado… che si esplica in un insieme di attività che mirano a formare e a potenziare le capacità degli studenti e studentesse di conoscere se stessi, l’ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socioeconomici, le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita e partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile”.

Scegliere, infatti, significa contemporaneamente prendere e lasciare, collocare sullo stesso livello e nel contempo distinguere, immaginare possibilità e nello stesso tempo stabilire impossibilità. In questa prospettiva l’orientamento è concepito come processo complesso che intreccia tra loro diverse variabili, oggettive e soggettive, che vengono a costituire una sorta di ragnatela con al centro il soggetto, attore della decisione.

Grazie alla didattica orientativa, si va a cementare quel sistema di risorse possedute dalle persone, per potenziarne le abilità e le attitudini. L’età più sensibile e bisognosa di stimoli orientativi è quella compresa tra gli 11 e i 18 anni, quando i nuovi adulti si trovano a compiere delle scelte che influenzeranno il loro futuro, ma per poter arrivare alla piena consapevolezza è auspicabile iniziare il prima possibile.

Lo sfondo integratore è quello della didattica per competenze: traguardi e metodi sono infatti analoghi, tanto che le competenze di cittadinanza costituiscono al contempo le competenze orientative di base. Una didattica intesa, quindi, non solo come un insieme di informazioni circa l’area più consona a ciascuno nel suo spazio d’interesse, ma anche e soprattutto come intervento di supporto a conoscersi, a individuarsi e ad affrontare le difficoltà, tracciando il passaggio da una didattica colmativa/integrativa ad una evolutiva/maturativa. 

In questa prospettiva si tratta, pertanto, di promuovere processi che aiutino le persone a mettere meglio a fuoco interessi, capacità, bisogni e valori, ma anche vincoli, limiti e fatiche che ogni percorso scelto comporta e la scuola ha il gravoso compito di rendere questi processi consapevoli e il più possibile autonomi. 

Barbara Letteri

admin
08 Luglio, 2023