L’impatto della rivoluzione digitale e delle nuove tecnologie nella scuola
Gli studenti del XXI secolo, considerati dei veri e propri “nativi digitali”, si confrontano ogni giorno con due realtà differenti: da un lato ambienti di vita ad alta interattività e connessione utilizzanti correntemente il codice digitale;
dall’altra ambienti di apprendimento ancora legati a metodologie non più funzionali rispetto alle esigenze del contesto sociale e professionale attuale. In riferimento a questo scenario, si rende necessario porre l’attenzione sulla centralità della didattica e dei suoi nuovi contenuti nella misura della rivalutazione della metodologia learning by doing (apprendere attraverso il fare), che può finalmente ricoprire una vasta gamma.
Diventa, in questo modo, fondamentale analizzare un fenomeno che oramai è parte integrante della vita di ognuno di noi, ovvero: l’impatto della rivoluzione digitale e delle nuove tecnologie della comunicazione nella società. La scuola del XXI secolo mette in evidenza un aspetto imprescindibile: i ragazzi che la frequentano (per lo meno quelli dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di II°) sono ormai “nativi digitali”, intendendo con questa definizione tutti coloro che in casa hanno una gran quantità di stimoli interattivi (schermi, notebook, tablet, iphone, telefoni di ultima generazione) e di possibilità di connessioni in fibra ottica che aumentano la velocità di risposta degli output.
Le dinamiche cognitive e gli stili di apprendimento dei nativi digitali sono in maniera abissale diversi da quelli delle generazioni precedenti. Per loro, il codice alfabetico è solo uno dei tanti codici utilizzabili. Nella loro indole è nativo il codice digitale, cioè un codice in cui la variabile visuale e sonora dell’immagine è almeno pari, se non superiore a quella del testo. Il codice digitale è il primo con cui entrano in contatto. Il libro non è qualcosa di immediatamente presente nella loro esperienza diretta e spesso compare solo quando inizia il percorso scolastico.
Se l’insegnante affronta una tematica di geografia o scienze, gli studenti non si aspettano un disegno rappresentativo. Semplicemente vogliono vedere ciò che si può vedere, osservare ciò che si può osservare, sentire ciò che si può sentire, rappresentare ciò che si può rappresentare; possibilmente con una qualità grafica all’altezza ed in linea con le caratteristiche della realtà aumentata. Questo configura una dinamica di apprendimento diametralmente opposta a quella per assorbimento della scuola tradizionale.
Pertanto, la rivoluzione digitale consente di utilizzare simulazioni, di imparare a risolvere problemi attraverso videogiochi; in poche parole, di apprendere attraverso il fare. Un’impostazione metodologico – didattica in grado di rispondere ai diversi stili sia percettivi che cognitivi. Pertanto, l’apprendimento non è più a breve termine, ma va oltre. E soprattutto è in continuo divenire, un incessante fluire che determina il cambiamento rivoluzionario strategico. E che ricalca anche la celebre frase dello psicologo Chasty, “Se non imparo nel modo in cui tu insegni, insegnami nel modo in cui io imparo”: ergo, il digitale raggiunge tutti indistintamente.
ALESSANDRO QUARANTA
Nato a Manduria il 03 ottobre del 1980 Alessandro Quaranta consegue con il massimo dei voti il diploma del Conservatorio statale in chitarra classica nel 2004 presso il Conservatorio N.Rota di Monopoli e la laurea in discipline musicali nell'a.a. 2005/2006 presso il conservatorio T.Schipa di Lecce. Insegna nella Scuola statale dal 2006 e attualmente docente a tempo indeterminato presso l'I.C. di Scorrano collaboratore del DS amministratore di sistema e responsabile protocollo informatico della scuola dall'a.s. 2012/13. La sua carriera professionale è caratterizzata da numerosi master di perfezionamento nel settore musicale (da segnalare una produzione discografica del 2009 intitolata "Viaggio attraverso la musica del mondo" per quartetto di chitarre), nel settore della digitalizzazione e dematerializzazione della pubblica amministrazione.