PNRR e riforma dell’orientamento: una visione sinergica per la scuola del futuro
“L’orientamento è un processo volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per relazionarsi e interagire in tali realtà, al fine di favorire la maturazione delle competenze necessarie per poter definire o ridefinire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e sostenere le scelte relative (2012)”.
Con questa definizione su cui concordano Stato, regioni, EELL, il Ministero dell’Istruzione e del Merito presenta e rappresenta il proprio concetto di “orientamento”; trasmette le linee guida della Riforma (D.M. 328/2022); ripartisce le risorse finanziarie e stabilisce i criteri per la formazione del personale docente (D.M. 63/23). Per l’a.s. 2023-24, destina le attività a studenti di circa 70 mila classi dell’ultimo triennio della scuola secondaria di 2° grado, che saranno realizzate dai docenti, che intendano svolgere per un triennio funzione di tutor/orientatore, previa formazione Indire (corso attivo su piattaforma Scuola Futura) e selezione delle istituzioni scolastiche (Nota M-PI n.958/2023).
La Riforma mira a: introdurre moduli di orientamento personalizzati (min 30 ore annue) nelle scuole secondarie di 1° e 2° grado; rafforzare il raccordo 1°-2° ciclo di istruzione; ampliare la sperimentazione di licei e tecnici quadriennali; potenziare la formazione tecnica e professionale, integrare in maniera più rispondente alle competenze in uscita l’orientamento alla formazione terziaria degli Istituti Tecnici Superiori Academy; realizzare una piattaforma unica digitale di orientamento all’offerta formativa terziaria degli Atenei e degli ITS.
Bisogna leggere la visione della scuola del futuro della Riforma dell’ “orientamento” in relazione sinergica con il Piano di Ripresa e Resilienza. Il PNRR consta di sei Missioni. La numero quattro “Istruzione e Ricerca” è suddivisa in due componenti. La Componente 1 “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nidi all’Università” prevede n.14 aree di azione, n.6 riforme, n.13 interventi. La Componente 2 “Dalla ricerca all’impresa” prevede n.11 interventi e n.3 linee di investimento.
La Riforma dell’Orientamento è inserita all’interno delle n.6 riforme PNRR - M4-C1: Istituti Tecnici e Professionali; Sistema Istituti Tecnici Superiori (ITS); Riorganizzazione del sistema scolastico; Reclutamento del personale docente; Scuola di Alta Formazione Continua. Le Riforme hanno come denominatore comune migliorare gli esiti degli allievi, ridurre la dispersione scolastica, offrire un servizio di istruzione e formazione di qualità, equo e inclusivo.
Per assolvere questo compito, le scuole devono analizzare il contesto di riferimento e saperlo interpretare, aggiornando le competenze in uscita anche digitali, rendendole coerenti con la società multiculturale, col mutevole mondo del lavoro, col progresso tecnologico accelerato, soprattutto digitale; nonché fronteggiare gli esiti della pandemia da covid-19, considerare che lavori vecchi cedono il posto a nuovi, facendo tesoro di quanto anticipato nel 2008 dall’Unione Europea col documento “New Skills for New Jobs: Anticipating and matching labour market and skills needs”.
Strategico è il rinnovo delle infrastrutture della scuola, con le scuole nuove, ma soprattutto con il capillare investimento 3.2 “Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori”. Con l’azione 1 “Next Generation Classroom”, le scuole di 1° e 2° grado reintepretano il curriculo verticale con un nuovo progetto pedagogico e trasformano 10.000 aule tradizionali in ambienti di apprendimento innovativi, utilizzando nuove tecnologie, realtà virtuale aumentata, robotica, intelligenza artificiale, aule immersive.
Con l’azione 2 “Next Generation Labs”, le scuole secondarie di 2° grado realizzano uno o più laboratori per le professioni digitali del futuro, sulla base di quanto previsto dal Piano “Scuola 4.0”.
Ripensano e aggiornano, dunque, le competenze dei profili in uscita e si assumono la responsabilità, nell’ambito della propria autonomia, di individuare, secondo il proprio indirizzo di studi, le professioni digitali del futuro verso cui orientare i giovani.
La pandemia di covid-19, in parte, ha accelerato processi di alfabetizzazione digitale, ma chi è rimasto indietro ha accumulato un ritardo, che riduce la motivazione allo studio e lo proietta verso scenari di abbandono scolastico e poi di ritiro ed emarginazione sociale, per la carenza non solo delle competenze di base, che danno accesso al lavoro, ma delle competenze non cognitive necessarie per la vita (skills for life). Proprio il 2023 è l’anno europeo delle competenze.
La Riforma dell’Orientamento intende, infatti, contrastare la povertà educativa del Paese e favorire il superamento dei divari sociali e territoriali, ripartendo dalle fondamenta della scuola, dalla centralità dell’alunno, che sin da bambino necessita un apprendimento esperienziale; ricercare se stesso; scoprire le proprie inclinazioni naturali; coltivare le proprie passioni; valorizzare i propri talenti, operando scelte consapevoli per il proprio futuro di vita personale e professionale.
Questi obiettivi vanno letti nella sinergia anche con l’Investimento 1.4. “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica”. Con decreto di riparto D.M. 170/2022, il MIM ha erogato le risorse economiche per quelle istituzioni scolastiche, ove l’INVALSI ha rilevato bassi livelli di competenze di base (dispersione implicita) e rischio di abbandono (dispersione esplicita).
I percorsi formativi obbligatori personalizzati di mentoring e orientamento sono rivolti agli alunni fragili da un punto di vista disciplinare, a rischio dispersione o che abbiano già abbandonato la scuola. Dovranno concludersi entro il 31/12/2024 insieme a quelli facoltativi di: potenziamento delle competenze di base, motivazione e orientamento; laboratori-curriculari (di indirizzo, sport, teatro, musica), coinvolgimento delle famiglie.
Su questo letto strategico e sinergico si adagia la Riforma dell’Orientamento, nel solco del dettato costituzionale dell’art. 4 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. A garantire questo diritto è chiamata la scuola, come istituzione pubblica capace di aggregare, attrarre, coinvolgere e responsabilizzare le altre agenzie della comunità educante.
Antonella Romagnolo