Intelligenza artificiale...l’uomo che non basta a se stesso!
«Si stava ormai passando a modi di esprimersi e di pensare completamente diversi da quelli del passato, a un differente rapporto con gli uomini e le cose» (G. Reale, Platone. Alla ricerca della sapienza segreta)
Da sempre l’uomo è stato affascinato dalla possibilità di creare macchine in grado di simulare il cervello umano, macchine capaci di pensare, di assumere decisioni, di essere quell’uomo perfetto che la natura non è riuscito a creare. Impresa ardua, direi, ma ad oggi sembrerebbe non impossibile!
Il termine intelligenza artificiale è stato coniato nel 1955 da John McCarthy.
“L’intelligenza artificiale (AI) è la tecnologia di base che consente di simulare i processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l'applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico.”
In sintesi, l’obiettivo dell’AI è quello creare dei computer capaci di pensare e di agire come gli esseri umani, quindi non solo capaci di ragionamento ma anche di apprendimento, pianificazione e creatività.
Oggi, tutto ciò, oltre ad essere estremamente importante, è anche indispensabile, soprattutto considerata l’immane quantità di dati generati, sia dagli esseri umani che dalle macchine; questa supera di gran lunga la capacità degli esseri umani di poterli elaborare.
La mente umana non basta, non è più sufficiente, l’uomo ha bisogno del super calcolo, di essere supportato dalla tecnologia per assumere decisioni complesse.
L’intelligenza artificiale costituisce la base di tutte le tecnologie di apprendimento informatico e rappresenta il futuro di tutti i processi decisionali complessi. I computer sono in grado di elaborare, in modo estremamente efficiente, grandi moli di informazioni per individuare la decisione migliore. L’intelligenza artificiale, la sua logica evoluzione del machine learning e il deep learning, rappresentano i pilastri fondamentali dei processi decisionali del futuro.
ChatGPT ha risvegliato l'attenzione del mondo sul potenziale trasformativo dell'intelligenza artificiale generativa, catturando l’interesse di tanti e favorendo un'ondata di creatività senza precedenti. Quella generativa è un tipo di intelligenza artificiale che è in grado di generare testo, immagini, video, musica o altri media in risposta a delle richieste, ha una potenza rivoluzionaria, ma la possiamo paragonare ad un “mulo” in attesa di comandi, di sapere dove deve andare. È sempre l’uomo l’artefice, colui che indica alle macchine la direzione da seguire, dare una direzione presuppone avere una consapevolezza critica del problema da risolvere, progettando e realizzando soluzioni nel rispetto dei diritti di tutti.
L’intelligenza artificiale rischia di diffondere pregiudizio se non si conosce; potrebbe essere un valido strumento anche nel mondo della scuola. Potrei raccontare di quel giorno che erroneamente credevo di dover consegnare un report a distanza di 24 ore, invece la consegna era pianificata a 30 minuti...Allora cosa faccio? Dopo aver seguito un corso di 30 ore sarebbe stato un vero peccato perdere la certificazione di quanto già fatto. E lì l’idea...Posso chiedere aiuto all’intelligenza artificiale generativa! Do le indicazioni a chat GPT: l’obiettivo è quello di organizzare una giornata pedagogica sul service learning ispirata a Don Milani, inserisco dettagli su come procedere e in pochi minuti è pronto il mio output, rivedo il tutto e consegno in 20 minuti il lavoro. Ottengo la certificazione.
La tecnologia ci supporta a realizzare le nostre idee, certo la mia esperienza mi avrebbe condotto a scrivere ugualmente il report, ecco perché ritengo che questi strumenti devono essere governati e non governarci.
È necessario che ci sia una formazione di base ed una mente critica a guidarli; i giovani in formazione devono usare questi strumenti con senso di responsabilità.
In generale, nell’ambito scolastico, l’intelligenza creativa generativa può favorire anche l’inclusività, infatti può supportare gli insegnanti e gli studenti nel loro lavoro, aiutandoli nella creazione di materiali didattici personalizzati e adattati alle esigenze specifiche delle singole persone. Inoltre l’AI può essere utilizzata per monitorare il progresso degli alunni e individuare eventuali difficoltà o lacune nel percorso di apprendimento, consentendo un intervento tempestivo da parte degli insegnanti. È possibile ed auspicabile costruire un curriculum di alfabetizzazione all’intelligenza artificiale che permetta agli studenti di dialogare con le macchine di intelligenza artificiale in modo critico e sapendone sfruttare le opportunità.
Il futuro tratteggia la figura di un docente che, anche con l’aiuto di applicativi di intelligenza artificiale, potrà ancor di più garantire ai suoi studenti e studentesse competenze e consapevolezze per affrontare le sfide del progresso tecnologico.
Il futuro vede noi docenti camminare insieme agli studenti, a volte insegniamo e a volte impariamo da loro e con loro, ciò che conta è lasciare sempre aperta la porta della curiosità e della voglia di conoscere nuove cose. Questo desiderio ci guida ad esplorare con entusiasmo campi di conoscenza nuovi e interessanti, sicuramente guida me in questa entusiasmante avventura della conoscenza!
Sulle orme di Socrate, poiché non posso eludere questa riflessione, invito a chiederci: in che misura l’intelligenza artificiale è da considerare superflua e nociva; e in che misura invece è uno strumento per migliorare la condizione umana? Il potenziamento e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in ogni ambito del vivere, arreca davvero maggiori benefici all’uomo rispetto ai danni che provoca la sua alienazione? La tecnologia è sempre stata considerata un pharmakon, un rimedio miracoloso. Forse è necessario ridimensionare l’ambivalenza della tecnologia, mostrare anche come alla lunga i danni potrebbero essere maggiori dei benefici, forse dobbiamo soffermarci a riflettere sul caro prezzo che ci costerà nel tempo: la perdita della nostra stessa umanità.
Come sempre ogni innovazione scientifica e il suo uso è nelle mani dell’uomo!
“Possa ciascuno di voi, avere successo nel trasformare le informazioni in conoscenza,
la conoscenza in comprensione, e la comprensione in saggezza.”
EDSGER WYBE DIJKSTRA
Fausta Di Cianni