Skip to main content

Sezione: Dialogo attraverso l’A.I. UE: iter, aspettative e prospettive dell’A.I

30 Dicembre, 2023

La Cina e l’America, da sempre, sono riconosciute nazioni leader nella conoscenza e nell’ applicazione delle tecnologie informatiche; negli ultimi tempi, poi, antesignane e precorsive dell’intelligenza artificiale in ogni settore della vita umana.

L’Europa non può che stare al passo, avvertendo da subito, però, l’esigenza di definire dapprima i rischi dell’AI, per poi coglierne le opportunità ed i vantaggi in termini di crescita economica, sociale e culturale. 

 Se è vero che le intelligenze – da quelle intellettive a quelle emotive fino a quelle virtuali - sono “produttive” e foriere di arricchimento per l’uomo; è anche vero che il “non umano” potrebbe sfuggire al controllo e determinare effetti non voluti. Proprio in quanto artificiale, l’intelligenza, senza un senso di opportunità e controllo dato dalla “ratio”, potrebbe invertire il senso stesso degli intenti e invadere sfere private, alterare sicurezze informatiche e mistificare prodotti video e audio.

È dei primi di novembre di quest’anno un incontro al vertice nell’ambito dell’U.E., tenutosi a Londra, in cui è stata sottolineata la pericolosità a cui potremmo andare incontro se non venissero definiti criteri, regole e controlli, nella diffusione dell’intelligenza artificiale in tutti i contesti della vita umana. 

Premesso che, nell’ambito del summit europeo sono state evidenziate le enormi capacità di miglioramento della vita quotidiana e lavorativa e - non da meno - le opportunità che offre nell’apprendimento, l’AI ha avuto soprattutto una risonanza internazionale di “allert”. 

Invero, il sentire comune nell’ambito dei paesi dell’UE è quella di una minaccia esistenziale la quale, per renderla a servizio della umanità e denaturarla di qualunque “danger”, necessita di una coesione ed un impegno globale che dovranno tradursi in un lavoro ad opera di esperti del settore. Da ciò ne è conseguito un documento, un “libro bianco” che definisce pro e contro della Artificial Intelligence. 

Definita la sua posizione negoziale nell’ambito delle intelligenze artificiali (AI act), l’UE ha sottolineato nell’ambito del summit l’intento di perseguire la continuità dei dati e la loro fluidità; poiché la frammentazione comporterebbe un’inefficienza nella applicazione dell’AI ed anche un restare fuori dai meccanismi evolutivi a cui porterà la stessa intelligenza artificiale. 

L’Europa, insomma, intende cogliere a pieno l’opportunità di evolvere nell’ambito di tutti i servizi pubblici, conseguendo sia gli obiettivi del Green Deal Europeo (“un piano per trasformare l’UE in un’economia moderna, efficiente e sostenibile…”), sia quelli legati alla sicurezza, oltre che quelli connessi alla democrazia. 

È quest’ultima ad essere maggiormente minacciata dall’ eventuale disinformazione o da un uso improprio degli algoritmi e delle informazioni. 

Se non opportunamente definiti e controllati, i dati - anziché colmare - potrebbero creare differenze di genere, di etnia, di trattamento dei dati e così via. 

I rischi per la sicurezza, i problemi per la trasparenza, il sovraccarico di informazioni, l’utilizzo improprio delle stesse, potrebbero essere tali da costituire una minaccia per l’umanità.

La prevenzione e l’informazione sono i presupposti fondamentali affinché l’AI ci consenta di essere produttivi, concorrenziali ed al passo coi tempi. 

La legislazione definita dagli Euro-deputati sarà, invero, il faro che orienterà nella navigazione cibernetico-tecnologica consentendoci di poter beneficiare dell’evoluzione robotica e diventare più produttivi e indubbiamente più veloci.

La società futura si accinge ad una nuova “rivoluzione industriale” del XXI secolo, in quanto saranno profonde le modificazioni sociali, culturali, politiche ed economiche; il mercato del lavoro e le relazioni industriali subiranno significative modifiche.

Questo avverrà sicuramente, la speranza è che accada gradualmente senza generare dei grandi stravolgimenti.

Soprattutto nell’ambito della scuola, il passaggio dovrà essere lento e graduale, senza alterare e forzare gli equilibri di ciascun paese; rispettando criteri, strategie ed organizzazioni; con un unico intento: accrescere l’apprendimento in una società complessa ed evoluta, posta in un crocevia tra la velocità del pensiero e l’altissima velocità strumentale.

Angela Cascella

admin
30 Dicembre, 2023