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Orientamento e Lifelong Learning nell’istruzione degli adulti

08 Luglio, 2023

Nel 2017 la Commissione Europea pubblicava il documento Pilastro europeo dei diritti sociali i 20 principi alla base dei diritti sociali per un’Europa equa, inclusiva e ricca di opportunità; in particolare il primo principio afferma che: Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro.

Nel marzo 2021 veniva pubblicato Il piano d'azione del pilastro europeo dei diritti sociali per definire obiettivi e azioni concrete che possano tradurre in realtà i 20 principi del pilastro. Tali azioni si pongono tre obiettivi a livello dell'UE da conseguire entro il 2030:

  • Almeno il 78 % della popolazione tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro entro il 2030
  • Almeno il 60 % di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione
  • Il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale ridotto di 15 milioni entro il 2030

Percorsi ambiziosi che implicano soluzioni a problemi complessi quali:

  • ridurre dal 12,6 % (2019) al 9 % il tasso di giovani, tra i 15 e i 29 anni, che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET); 
  • ridurre l'abbandono scolastico e aumentare la partecipazione all'istruzione secondaria superiore;
  •  promuovere azioni formative affinché almeno l'80 % delle persone tra i 16 e i 74 anni abbia competenze digitali, condizione per l'inclusione sociale e per la partecipazione al mercato del lavoro.

Nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo delle competenze della popolazione adulta si legge che l'Italia con circa 13 milioni di adulti con un basso livello di istruzione, concentra circa il 20% della popolazione adulta europea con un basso livello di istruzione (circa 66 milioni). Il 75% delle persone con bassi livelli di competenza in Italia ha un titolo di studio inferiore al diploma, il 20,9% di queste persone possieda un diploma e il 4,1% addirittura una laurea.

In Italia abbiamo, dunque, un duplice problema da risolvere: il persistere di livelli bassi di qualificazioni e di titoli di studio, e un numero estremamente ridotto di adulti coinvolti in attività di studio e formazione. Il profilo del low skilled è associato al concetto di analfabetismo funzionale: si tratta di persone con basse competenze di base che riescono con difficoltà a leggere testi brevi su argomenti familiari e, soprattutto, non sono in grado di associare testo e informazioni.

E’ necessario, dunque, sviluppare istruzione, saper riconoscere le competenze formali, informali e non formali anche di chi arriva da altri Paesi, saper orientare, cioè supportare il singolo nella conoscenza di sè, del contesto socio-culturale ed economico, delle hard e soft skills necessarie per realizzare un progetto di vita personale e professionale in tale contesto. C’è un enorme bisogno di adeguare le competenze di tutti: un compito strategico nel 2023, anno europeo delle competenze. 

Obiettivi ambiziosi che richiedono sinergie istituzionali e, nell’universo istruzione, pongono al centro il ruolo strategico dei CPIA (Centri per l’Istruzione degli Adulti), punti di riferimento istituzionale per le azioni di accoglienza, orientamento e accompagnamento rivolte alla popolazione adulta, anche più svantaggiata. Le Linee Guida del 12 marzo 2015 individuano il CPIA quale soggetto pubblico di riferimento per la costituzione delle reti territoriali per l’apprendimento permanente.

Il CPIA dedica una parte del monte ore di frequenza alla fase di accoglienza dell’adulto o del giovane adulto, per riconoscerne le competenze già acquisite nell’arco della vita e orientarlo nel percorso di crescita culturale e professionale anche attraverso la conoscenza delle offerte sul territorio: questo il senso di essere rete territoriale di servizio, dove si svolgono percorsi di istruzione e interventi di ampliamento dell’offerta formativa per la realizzazione del Piano nazionale di “Garanzia delle competenze della popolazione adulta”,  nonchè attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo.

Il riconoscimento e la certificazione delle competenze con i rispettivi crediti è un processo complesso che richiede un’adeguata formazione per i docenti dei CPIA dedicati all’orientamento, inteso come percorso di personalizzazione delle scelte. Proprio l’attività formativa ha caratterizzato il II Incontro del Gruppo Tecnico di Lavoro, nominato dal MIM, per il progetto OCSE Migliorare il riconoscimento dei crediti e la Personalizzazione dei Percorsi Formativi nei CPIA tenutosi a Catania, nei giorni 16-18 maggio, a cura dell’USR Sicilia.

Abbiamo partecipato numerosi, Dirigenti dei Centri Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo, docenti, rappresentanti del MIM e degli UU.SS.RR., lavorando per 3 giorni, suddivisi in gruppi per assi culturali, come indicati dalle Linee Guida ministeriali del 12 marzo 2015, guidati dai formatori che, tra molto altro, hanno presentato un “focus sulle competenze digitali in una prospettiva di alfabetizzazione funzionale e educazione alla cittadinanza attiva” (Claudio Vitali per INAPP)

Anche le Linee Guida per l’Orientamento del Ministero dell’Istruzione e del Merito del 2022 richiamano le funzioni dei CPIA nell’orientamento (verso l’istruzione del II livello, la Formazione professionale o il lavoro), nell’interpretazione dei bisogni di competenze e conoscenze della popolazione adulta, nel contribuire a ridurre il numero di giovani NEET, incentivare il Lifelong Learning, il recupero delle competenze di base al fine di collegare i bisogni individuali al contesto socio-lavorativo, rafforzando il ponte tra scuola e mondo del lavoro. 

Centolanze Antonietta

admin
08 Luglio, 2023