Ultima chiamata per l’edilizia scolastica in Italia

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Da decenni ascoltiamo sistematicamente affermare la centralità della Scuola e, in particolare, la necessità di mettere in atto un progetto esecutivo di investimenti per l’edilizia scolastica ovvero la messa in sicurezza degli edifici.

Ma il bilancio, all’alba del PNRR, qual è? Dati del 2017 ci forniscono un quadro molto critico degli edifici scolastici italiani, con le dovute differenze territoriali, ovviamente:

  • il 32% delle scuole è stato costruito dopo il 1976;
  •  il 27% tra il 1961 e il 1975;
  •  il 12% tra il 1946 e il 1960;
  •  l’8% tra il 1921 e il 1945;
  •  il 4% tra il 1900 e il 1920;
  •  il 3% nell’800;
  •  l’1% prima dell’800;
  •  per un restante 13% manca tale informazione.

Un quadro a dir poco sconcertante. Ora cerchiamo di capire quali sono stati gli errori del passato e come fare per non perdere l’ultima diligenza: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 

Il quadro degli interventi normativi, relativamente ai decenni precedenti, ha denotato una frammentazione degli investimenti in troppe partite di bilancio, spesso aperte in favore di Comuni e Province, che sovente non hanno speso bene i soldi (o non li hanno spesi per niente). Aggiungiamo la burocrazia, la mancanza di Uffici Tecnici capaci di progettazioni esecutive all’altezza, la corruzione, l’assegnazione al massimo ribasso dei lavori, la già segnalata differenza territoriale sulla qualità e sull’efficacia degli interventi, e abbiamo le risposte ai dati di cui sopra.

Ci permettiamo di aprire un piccolo inciso su una delle iniziative più opache e dannose per le scuole italiane (e soprattutto per le casse dello Stato): il Progetto “Scuole Belle”. Come molti addetti ai lavori sanno bene, le misure furono presentate come una irripetibile opportunità di riqualificare gli edifici scolastici, attraverso tinteggiature, recuperi e miglioramenti. La realtà fu ben diversa: i finanziamenti, messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, assunti a bilancio e inseriti nel Programma Annuale, non furono però gestiti attraverso l’attività negoziale dei dirigenti scolastici ma girati obbligatoriamente alle ditte ex LSU che incaricarono il proprio personale (non certo esperto di interventi edilizi) di effettuare i lavori. I risultati? Tinteggiature mediocri pagate sovente a prezzi fuori mercato; lavori spesso non fatti e regolarmente fatturati; contenziosi e, soprattutto, scuole “non belle”. 

Numerosi sono stati gli interventi normativi ante PNRR, ma sempre privi di un disegno complessivo di ammodernamento dell’edilizia scolastica: tra questi, per necessità di sintesi, citiamo solo il cd piano “Scuole sicure”, di cui al D.L. 69/2013 “Decreto del fare” furono destinati 150 mln di euro (decisamente pochi)  alla riqualificazione e messa in sicurezza delle scuole. L’assegnazione dei fondi a favore degli Enti Locali tenne conto degli interventi proposti dalle Regioni e postulava una certa celerità nella messa a gara dei lavori, pena la perdita del finanziamento. 

Ma veniamo a quello che è, a nostro avviso, l’ultima occasione concreta di operare con risorse importanti e con scadenze imposte dall’UE. Parliamo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano, denominato “Italia Domani”, perché si pone l’obiettivo di traguardare il futuro delle nuove generazioni, mettendo a disposizione un piano di crescita economica, sostenibile e inclusiva. E’ parte integrante di “Next Generation EU”, il programma di rilancio economico dell’Unione Europea. Ha obiettivi che spaziano dalla P.A. ai trasporti; dalla coesione territoriale al mercato del lavoro;  dal rilancio della ricerca a un sistema di istruzione più innovativo e inclusivo. 

Il 16% delle risorse del PNRR,  investito per Scuola e Università, ammonta complessivamente a 17,59 miliardi di euro. Le azioni e i primi avvisi del PNRR Istruzione per l’edilizia scolastica sono stati presentati il 30 novembre 2021 in conferenza stampa dai Ministri Bianchi, Bonetti e Carfagna.

Un investimento di 304 mln di euro interesserà sei importantissime riforme per la scuola futura: 

  • riforma degli istituti tecnici professionali; 
  • riforma del sistema ITS; 
  • riforma dell’orientamento; 
  • reclutamento del personale docente; 
  • scuola di Alta Formazione e formazione continua; 
  • riorganizzazione del sistema scolastico.

La somma di 12,1 miliardi di euro è stata destinata alle linee di investimento per le infrastrutture; 5,46 miliardi di euro alle linee di investimento per le competenze. E’ stato previsto un impegno di 900 mln per risorse aggiuntive destinate al reclutamento di 264.480 esperti. Oltre il 50% dei fondi del PNRR Istruzione è destinato al Sud, per ridurre i divari territoriali e realizzare la coesione sociale del paese.

Per comprendere il senso di queste azioni, si prova a punteggiare il motto dell’intervento del Ministro Bianchi: 

“Qual è il tono essenziale della scuola su cui stiamo lavorando? In una frase vorrei dire questo: Per tutti e per ognuno”.

“Una scuola per tutti e per ognuno” vuol accompagnare ognuno nel proprio percorso di vita. Questa è la chiave di lettura  delle nuove azioni e dei nuovi bandi del PNRR Istruzione, per poter ascoltare i bisogni degli studenti e garantire loro infrastrutture moderne ed efficienti.  Il pensiero del Ministro va anche alle loro famiglie e al comune obbligo che abbiamo di viaggiare tutti insieme verso la “normalità”, non solo quella a cui tutti aspiriamo dopo questi mesi difficili di pandemia, ma verso una nuova “normalità”, che superi i profondi ritardi che abbiamo accumulato negli anni passati.

Sul patrimonio dell’edilizia scolastica appare evidente, rispetto agli standard europei:

-uno stato di carenza e inadeguatezza generale delle strutture diffuso sull’intero stivale, soprattutto per la fascia 0-3 anni; con un forte divario territoriale tra Nord e Sud, tra centro e periferia;

-la mancanza di spazi adeguati per lo sport, per i refettori necessari alla diffusione del tempo pieno;

-la difficoltà a far rispettare i corretti parametri di comfort e di sicurezza nel rapporto spazio/alunno, che non si realizza in una formula di mq pro capite, ma comprende  illuminazione, aerazione, umidità, silenziosità, ergonomia degli arredi, colore degli spazi.

Il PNRR è, pertanto, la già ribadita occasione per rinnovare tutta l’infrastruttura, prevedere la messa in sicurezza degli edifici; nuovi ambienti, laboratori, palestre, mense, nuove scuole, eventualmente valutando anche demolizione e ricostruzione. Il finanziamento di 12,1 miliardi di euro per le Linee di intervento per le infrastrutture è stato così distribuito:

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Il pranzo non può più essere solo una “pausa”, ma un momento educativo per acquisire corretti stili alimentari in uno spazio, che agevoli la socializzazione e la convivialità. Lo sport deve educare al gioco di squadra e al movimento fisico, per prevenire sin da piccoli le patologie cardiovascolari, l’obesità, il diabete.
Una didattica, che vuole essere innovativa e inclusiva, deve offrire spazi che superino la tradizionale lezione ex cathedra, consentano a tutti gli alunni il successo formativo, promuovendo i talenti, potenziando le inclinazioni, valorizzando le eccellenze.Il Ministro sottolinea il ruolo strategico che i nuovi servizi educativi devono avere nella ripresa del paese. Una scuola di qualità richiede tempi e strutture capaci di promuovere la motivazione allo studio, l’assunzione di corretti stili di vita, anche attraverso una sana nutrizione e il movimento fisico. La costruzione di nuove scuole, di nuovi edifici 4.0 e laboratori innovativi, di nuove palestre e mense (o l’adeguamento di spazi esistenti) procede in questa direzione.  

La costruzione di infrastrutture per la prima infanzia ha un ruolo ancora più strategico nella promozione delle pari opportunità; mira a ridurre la diseguaglianza territoriale e a contrastare il calo demografico; a incentivare il lavoro delle donne; recuperare il gap con l’Europa. Secondo gli standard europei (Strategia di Lisbona), l’accesso alla prima infanzia (fascia 0-6 anni) doveva essere garantito al 95% dei bambini entro il 2020. In Italia, questa percentuale è al 33% e la carenza delle strutture ha ricadute a tutti i livelli. Da un lato, su bambine e bambini, ai quali nei primissimi anni di vita vengono meno gli input educativi, relazionali e sociali. Dall’altro, ha ricadute sulle coppie che vogliono formare una famiglia, ma incontrano degli ostacoli, perché al mancare dei servizi per la prima infanzia viene meno il supporto alla genitorialità. Proprio implementando questi servizi, si contrastano il calo demografico e la disoccupazione femminile. 

Il Ministro Bianchi fa, quindi, una vera e propria “chiamata alle armi” per gli architetti. Questa è l’occasione per far confluire competenze in grado di progettare scuole innovative, sicure, sostenibili, inclusive. Chiede una riflessione di tipo architettonico sulle caratteristiche, anche tecnologiche, degli ambienti di apprendimento a consumo zero; di tipo pedagogico, con spazi che possano garantire l’effettivo tempo pieno e l’innovazione della didattica; di tipo urbanistico e sociologico, perché ci chiama a riconsiderare i servizi della scuola come nuovo elemento qualificante e aggregante di un quartiere o di un’area urbana.

Ma vediamo nel dettaglio i progetti PNRR rivolti  all’edilizia scolastica:

  • PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA MISSIONE 4: ISTRUZIONE E RICERCA Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università Investimento 1.1: Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia

Nell’Avviso pubblico si legge: consentire la costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili nido e delle scuole dell’infanzia al fine di migliorare l’offerta educativa sin dalla prima infanzia e offrire un concreto aiuto alle famiglie, incoraggiando la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la conciliazione tra vita familiare e professionale. Il target e il milestone di livello europeo e nazionale associati all’intervento prevedono entro il termine ultimo fissato al 31 dicembre 2025 la creazione di almeno 264.480 nuovi posti tra asili nido e scuole dell'infanzia.

Interventi ammissibili:

a) demolizione e ricostruzione di edifici pubblici già destinati ad asili nido e/o scuole di infanzia o da destinare ad asili nido o scuole di infanzia, finalizzata alla creazione di nuovi posti; 

b) nuova costruzione di edifici pubblici da destinare ad asili nido o scuole di infanzia; 

c) ampliamenti di edifici scolastici esistenti finalizzati alla realizzazione di asili nido o scuole di infanzia; 

d) riqualificazione funzionale e messa in sicurezza di edifici scolastici pubblici già destinati ad asili nido o scuole di infanzia che consentano il recupero dell’edificio per la creazione di nuovi posti; 

e) riconversione di edifici pubblici, di proprietà dell’ente proponente, da destinare ad asili nido o scuole di infanzia per la creazione di nuovi posti.

Questo progetto, al quale è affidato un budget di addirittura 3 miliardi di euro, si propone di risolvere un atavico problema italiano: quello della carenza di asili nido, soprattutto nel Mezzogiorno. Causa, non da sola, dell’enorme tasso di disoccupazione femminile. Purtroppo, però, le notizie non sono buone: pochi enti hanno partecipato al bando e quasi 1,5 mld di euro rischiano di non essere spesi. Ma la conseguenza peggiore è che pochissimi posti in più negli asili nido vedremo all’alba del 1 gennaio 2026. Speriamo di essere ancora in tempo a spendere queste risorse e che gli amministratori locali presentino progetti credibili per assicurare alle famiglie italiane quello che in molti paesi europei è un servizio presente stabilmente in tutte le città.

  • PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA - MISSIONE 4: ISTRUZIONE E RICERCA  Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università  Investimento 1.3: Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole

Nell’Avviso pubblico si legge: favorire le attività sportive e i corretti stili di vita nelle scuole, riducendo il divario infrastrutturale esistente al riguardo, rafforzando le attività e le infrastrutture sportive, così da combattere l’abbandono scolastico, incentivare l’inclusione sociale e rafforzare le attitudini personali. Il target e il milestone di livello europeo e nazionale associati all’intervento prevedono la costruzione o la ristrutturazione di spazi da utilizzare come palestre per le scuole per un totale di almeno 230.400 mq. 

Interventi ammissibili:

a) demolizione e ricostruzione di palestre scolastiche riferite a edifici pubblici adibiti ad uso scolastico del primo e del secondo ciclo di istruzione; 

b) nuova costruzione di edifici da destinare esclusivamente a palestre scolastiche a servizio di edifici scolastici esistenti; 

c) ampliamenti di edifici scolastici esistenti e finalizzati alla realizzazione esclusiva di palestre scolastiche; 

d) riqualificazione architettonica, funzionale e messa in sicurezza di palestre scolastiche esistenti, anche attraverso l’adeguamento impiantistico e tecnologico degli spazi; 

e) riconversione di spazi non utilizzati all’interno di edifici esistenti da destinare a sale per attività collettive dove poter eseguire le attività ludiche (esclusivamente per le scuole primarie da 5 a 9 classi, secondo quanto previsto dal DM 18 dicembre 1975); 

f) riqualificazione di aree sportive all’aperto esistenti che insistono nell’area di pertinenza scolastica, così come previste dal decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro della pubblica istruzione; 

g) realizzazione di aree sportive all’aperto che insistono nell’area di pertinenza scolastica così come previste dal citato DM del 18 dicembre 1975;  

Un intervento da tempo auspicato, sono, infatti, numerosissime le scuole senza una palestra o quantomeno uno spazio da adibire alle attività motorie. Certo, non sarà facile negli edifici scolastici dei centri storici reperire i locali da adibire a palestre, spogliatoi e altri locali funzionali. L’impegno del Governo su questo progetto ammonta a € 300.000.000. 

  • PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA  - MISSIONE 4: ISTRUZIONE E RICERCA  Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università  Investimento 1.2: Piano di estensione del tempo pieno e mense

Nell’Avviso pubblico si legge: finanziare l’estensione del tempo pieno scolastico per ampliare l’offerta formativa delle scuole e rendere le stesse sempre più aperte al territorio, anche oltre l’orario scolastico, e accogliere le necessità di conciliare la vita personale e lavorativa delle famiglie. Con questo progetto si persegue l’attuazione graduale del tempo pieno, anche attraverso la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di almeno 1.000 edifici

Sono finanziabili gli interventi che prevedano:

a) demolizione e ricostruzione di edifici pubblici adibiti ad uso scolastico appartenenti al primo ciclo di istruzione o a convitti da adibire esclusivamente a mense scolastiche a servizio di istituzioni scolastiche e di edifici scolastici esistenti; 

b) nuova costruzione di locali da destinare esclusivamente a mense scolastiche a servizio di edifici scolastici esistenti; 

c) ampliamenti di edifici scolastici esistenti e finalizzati esclusivamente alla realizzazione di spazi e locali da destinare a mense scolastiche; 

d) riqualificazione architettonica e funzionale e messa in sicurezza di mense scolastiche esistenti anche attraverso l’adeguamento impiantistico e tecnologico dei relativi locali; 

e) riconversione di spazi non utilizzati all’interno di edifici pubblici esistenti adibiti ad uso scolastico da destinare a mense scolastiche. 

Insieme all’azione sugli asili nido, questo progetto intende favorire, da un lato, un aumento del tempo-scuola in chiara controtendenza con i provvedimenti del recente passato (L. 169/2008); dall’altro, favorire la piena occupazione e l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro. La lodevole iniziativa va però coordinata con una modifica legislativa degli ordinamenti, soprattutto della scuola primaria, ancorati a logiche di risparmio che si ripercuotono negativamente sulle dotazioni organiche provinciali e, di conseguenza, sull’elargizione di nuove classi a tempo pieno, ove richieste. L’investimento su questo progetto ammonta a € 400.000.000.

  • PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA  - MISSIONE 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica  Componente 3 – Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici  Investimento 1.1: “Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici”

Nell’Avviso pubblico si legge: procedere alla sostituzione di parte del patrimonio edilizio scolastico obsoleto con l’obiettivo di creare strutture sicure, moderne, inclusive e sostenibili per favorire: i) la riduzione di consumi e di emissioni inquinanti; ii) l’aumento della sicurezza sismica degli edifici e lo sviluppo delle aree verdi; iii) la progettazione degli ambienti scolastici tramite il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti con l’obiettivo di incidere positivamente sull’insegnamento e sull’apprendimento degli studenti; iv) lo sviluppo sostenibile del territorio e di servizi volti a valorizzare la comunità.

Sono finanziabili gli interventi che prevedano:

a) la demolizione di edificio/i oggetto di sostituzione edilizia con ricostruzione in situ, salvo possibilità di delocalizzazione nel caso in cui l’area, su cui risulta presente l’edificio o uno degli edifici oggetto di demolizione, sia soggetta a rischio idrogeologico, a sopraggiunti vincoli di inedificabilità o per altre motivate esigenze; 

b) la costruzione di un unico edificio che consegua un consumo di energia primaria inferiore di almeno il 20% rispetto al requisito NZEB (nearly zero energy building), previsto dalla normativa italiana. 

E’ senz’altro il progetto più coerente con la finalità intrinseca del PNRR: la transizione ecologica, l’ammodernamento sostenibile della nostra edilizia scolastica. Un intervento da 800.000.000 di €, da affidare agli enti locali sulla base di progettazioni chiare e coerenti.

Il titolo del nostro articolo si riferisce proprio a questo progetto che, coerentemente con l’intero Piano, rappresenta la cd “ultima spiaggia” per l’edilizia scolastica italiana o, per meglio dir,e dell’ “architettura” scolastica italiana, che tanto promuovono l’Indire e il progetto Avanguardie educative.

Staremo a vedere…

Nicolino Ingenito Dirigente scolastico IC Leone CAETANI di Cisterna di Latina.Laurea in Scienze pedagogiche già docente di scuola primaria. Esperto di nuove tecnologie, formatore PNSD. Autore di corsi online e video didattici.

Antonella Romagnolo Docente di sostegno- Laurea in Architettura- Dottorato in Progettazione architettonica Post-dottorato in monitoraggio ambientale dei beni storico-artistici- Master in Dirigenza Scolastica Già funzione strumentale- Componente NIV- Autrice libro LASCUOLA. SENTINELLA CONTRO DISAGIO MINORILE E CONDOTTE ANTISOCIALI

 

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