BALBUZIE E ALTRE DISFLUENZE

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Lettera aperta di Brigida Cristallo 

  Caro lettore, 

 ti scrivo per parlarti di uno dei problemi che maggiormente preoccupa le famiglie e che in questi anni il COVID-19 ha contribuito ad  accentuare: la balbuzie. Gli ultimi due anni sono stati molto difficili per la scuola e per l'intera società. L’epidemia ha, infatti, messo a dura prova il sistema sociale nella sua globalità. Numerosi e tempestivi sono stati gli interventi delle istituzioni per affrontare il problema e risolverlo efficacemente. Quando il diritto allo studio ha rischiato di essere spazzato via: dirigenti, docenti, personale ATA, accordi di rete, conferenze di  servizio, famiglie, studenti, associazioni ed enti locali si sono messi al lavoro per garantire il diritto non solo formale ma anche sostanziale di apprendere e di continuare a studiare, organizzando un’altra  normalità. 

 Molti sono stati i successi; tanti gli interrogativi ai quali l'intera comunità scolastica ha risposto tempestivamente. Ciononostante alcune sofferenze non si sono potute evitare. Mi riferisco in  particolare a coloro che soffrono a causa della balbuzie e nel giro di questi due anni hanno visto il  disturbo acuirsi. È a loro in particolare e a quanti conoscono la balbuzie, o perché la vivono  direttamente o perché sono a stretto contatto con chi balbetta: familiari, docenti, amici, che dedico  queste mie riflessioni.  

Come sappiamo, la balbuzie si manifesta sin dalla più tenera età e spesso si protrae nel tempo  acutizzandosi. Né gli effetti né la durata del sintomo sono stabili. Tra le disfluenze la balbuzie è  l’unica che si manifesta solo in determinate circostanze: a scuola, sul lavoro, al telefono, con gli  estranei, nel corso di una conversazione animata, al microfono, in pubblico, davanti a un pc …; i suoi  effetti, devastanti, variano a seconda degli individui e dello stato d’ansia, disorientando chi ne soffre  e favorendo l’insorgere di sensi di colpa in chi vive a più stretto contatto con il balbuziente 

È un fenomeno che non possiamo permetterci di trascurare e spesso, favorisce l’insorgere di  situazioni, che definirei, paradossali. Situazioni che il ricorso ai device, nella didattica a distanza, ha  involontariamente contribuito ad aumentare in maniera esponenziale. 

La balbuzie interferisce con i risultati scolastici e la comunicazione sociale. 

 A scuola l’insegnante, a meno che non sia un addetto ai lavori, non sa come intervenire: di fronte  alle pause e alle ripetizioni, del bimbo o dello studente che balbetta, non sa cosa fare e si demoralizza  come il balbuziente, mentre i compagni, nel migliore dei casi, reagiscono all’imbarazzo ridacchiando  e commentando a bassa voce. Il balbuziente diventa, suo malgrado, la barzelletta della classe e  dell’Istituto e si genera il caso, ma questo una scuola che fa dell’inclusione la sua mission non lo può  accettare.

 Da ex balbuziente, docente, musicoterapeuta polivalente, esperta nel trattamento della balbuzie,  titolare del sito www.balbuziestop.it ti chiedo di sostenere insieme con la testata di MAGIC E SCHOOL, la campagna di sensibilizzazione alla balbuzie e alle problematiche ad essa connesse,  perché, come te, non vorrei che si ridesse del balbuziente, ma vorrei che si ridesse con il balbuziente  per l’abilità mostrata nel raccontare una barzelletta o una storia divertente. Vorrei che il balbuziente  non fosse oggetto di bullismo o di cyberbullismo; vorrei che non venisse isolato; vorrei che non si  deprimesse e non si sentisse solo e vorrei che non si sentissero soli coloro che si relazionano con lui.  Vorrei, infine, che la scuola fosse sempre di più il luogo nel quale sperimentare il piacere della  relazione e della comunicazione per il futuro che verrà.  

Raccontaci le tue esperienze, scrivendoci a: 

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Tutto quello che scriverai sarà riservato. Nessuna parte sarà resa pubblica, se non lo vorrai.  

L’obiettivo è fare in modo che la balbuzie non alimenti il bullismo e il cyberbullismo e non favorisca  l’isolamento, impedendo alla scuola di essere inclusiva come vorrebbe. 

Brigida Cristallo, nata a Trani (BT) il 1 novembre del 1968, è diplomata in Pianoforte al Conservatorio di Musica “O. Respighi” di Latina; laureata in Filosofia, con 110 e lode, all’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti; specializzata in Musicoterapia polivalente, con 110 e lode, alla Facoltà di Musicoterapia Polivalente SIM dell’Accademia Musicale Pescarese, L.U.ME.N.A. LIBERA UNIVERSITÀ MEDICINE NATURALI E ARTITERAPIE; consulente di psicoazione; specializzata in PR e Ufficio stampa per le case discografiche, alla ECHOMUSIC di Milano, vincitrice dello stage finale, iscritta all'Ordine dei Giornalisti-pubblicisti dal 2006 al 2010, docente di Lingua e Letteratura Italiana e funzione strumentale per la formazione e l’aggiornamento dei docenti presso l’I.I.S. “Da Vinci-De Giorgio”, di Lanciano (CH); referente alla salute e prevenzione dipendenze (INDIRE). Musicoterapeuta al Centro Sanitario Ambulatoriale di Casoli (Chieti).Come membro dell’Associazione Il Caffè Letterario… e non solo di Lanciano, collabora all'organizzazione dell'anno sociale e presenta gli eventi in qualità di moderatrice.Esperta nel trattamento della balbuzie, dedica il massimo impegno professionale all’attività dell’insegnamento. In qualità di linguista, fonetista ed ex balbuziente, collabora con esperti nel settore della foniatria, della neuropsichiatria infantile, della medicina, della psicologia e della comunicazione, in un’ottica di integrazione, di ricerca e sperimentazione e insegna a non balbettare attraverso il metodo logoritmico da lei stessa elaborata.

 

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