I giovani si fidano più degli influencers che della pubblicità tradizionale?

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Nell'ultimo decennio, con il rapido sviluppo della tecnologia e dell'industria degli smartphone, l'utilizzo dei social media è aumentato vistosamente. Surfare sui social è diventato parte integrante della routine quotidiana, soprattutto dei giovani. Conseguenza? Gli influencers stanno suggestionando la nostra vita quotidiana più di quanto sappiamo.

 Facciamo un passo indietro, chi è un influencer? Il digital influencer è una normalissima persona che ha creato un proprio profilo sui social media per suggestionare il modus vivendi dei followers. É un utente di piattaforme social che ha sviluppato notorietà per la sua conoscenza e “competenza” su un determinato topic.

Condivide continuamente le sue “storie” ed opinioni sui suoi canali preferiti: molte sue convinzioni ruotano attorno ad argomenti relativi ad outfit, prodotti e marchi. Il suo obiettivo principale è quello di generare un massiccio numero di followers e di creare contenuti per diffondere informazioni tramite blog, Vlogging (video blog per esempio su YouTube) o creare contenuti in forma breve (ad esempio, attraverso Instagram, Twitter, SnapChat, ecc.) 

Ma perché gli influencers “influenzano”? Li chiamiamo influencer perché hanno influenza, appunto. Ann Brown e John Hayes, definiscono influenza come quel potere di suggestionare una persona, una cosa o un corso degli eventi. L’ascendenza degli opinion-leaders si basa sulla loro capacità di agire come punto di contatto centrale, “istruendo”  i propri followers su ciò che conta in politica, cultura e moda. Contrariamente alle celebrità, gli influencers risultano essere più aperti, più realistici, più autentici e più normali per le persone con cui relazionarsi perché condividono con i loro seguaci gli aspetti personali della loro vita. 

Questo effetto può essere interpretato anche attraverso teorie sociologiche. Secondo la scienza sociale del teorico Bandura, nuovi modelli di comportamento possono essere appresi attraverso l'esperienza diretta o seguendo i comportamenti degli altri. Le opinioni e/o teorie sui tipi di comportamenti servono come linee guida per un potenziale comportamento. In altre parole, le persone imparano dall'esempio. E per quei followers, gli influencers fungono da esempio. 

Secondo recenti sondaggi, i giovani si comportano in modo molto diverso nei social media rispetto alle generazioni più anziane. Si fidano degli influencer ancor più della pubblicità tradizionale. I minori di 25 anni sono molto devoti ai contenuti degli influencer, mentre gli over 50 sono più critici.

I giovani, di età compresa tra 15 e 24 anni, seguono gli influencer regolarmente. Per un giovane utente di social media, l'influencer è come un amico le cui opinioni e raccomandazioni sono affidabili.  I giovani hanno un rapporto forte e molto interattivo con gli influencer, si fidano! Mentre i cinquantenni non palesano molta familiarità con gli influencer e quindi è più difficile per loro fidarsi dei contenuti che questi condividono. 

Dunque, gli influencer producono effetti in ogni ambito: dalla vita quotidiana alle decisioni della società. Come detto, hanno potere soprattutto sui giovani. Quasi la metà di questi ultimi afferma che i contenuti degli influencer hanno ascendenza sul loro comportamento, sulle decisioni quotidiane ma anche su temi quali il cambiamento climatico, l'istruzione, le scelte di carriera e le elezioni. Le generazioni più anziane, invece, ritengono che gli influencer non abbiano così tanto effetto nelle questioni sociali.

L'utilizzo dei social media è aumentato in ogni canale, in particolare su YouTube, che ha guadagnato popolarità tra tutte le fasce d'età. Quasi un terzo dei minori di 34 anni ascolta i podcast regolarmente. Particolarmente popolari sono i podcast degli influencer. Anche i canali più recenti come TikTok e Twitch sono seguiti almeno una volta al mese da più di un quarto dei minori di 24 anni.

Qual è, dunque, il ruolo degli influencer nella vita di bambini e adolescenti? Gli influencers, attraverso Blogger di bellezza, Vlogger di videogiochi, Unboxer di giocattoli, Instafamous, ecc., sono estremamente popolari tra i giovani. Essi sembrano giocare un ruolo importante nella loro vita, in primo luogo, perché questi ultimi trascorrono gran parte del loro tempo a guardare, visualizzare, mettere Like, inoltrare e commentare i contenuti dei loro influencer. Addirittura, si rivolgono a questi anche per chiedere informazioni, consigli, compagnia … Tuttavia, le intuizioni scientificamente fondate sul ruolo degli influencer nella vita di bambini e adolescenti sono ancora scarse.

Molti studi hanno messo in luce, innanzitutto, il fatto che gli influencer siano così attraenti perché sono simili al loro pubblico. Sono spesso percepiti come "il ragazzo o la ragazza della porta accanto" con cui l'identificazione è facile. 

L’altro lato della medaglia evidenziato dalle ricerche riguarda l'impatto degli influencers sui minori che può avere conseguenze sia positive che negative. Gli influencers possono ispirare i minori a comportarsi in modo pro-sociale o più sano, ma possono anche mostrare cattivi esempi di fumo, alcool o persino comportamenti criminali. Inoltre, i contenuti degli influencer possono anche suggestionare il benessere psicologico, il materialismo, ecc. 

Mi sembra doveroso ora ricordare Antonella, la ragazzina palermitana di 10 anni che sembra si sia tolta la vita per una sfida su Tik Tok. La piccola Antonella si è strangolata durante un gioco estremo sul social, è caduta nella trappola del Blackout Challange.

Proseguiamo, citando un ulteriore risultato degli studi che ha portato alla luce l’impatto “positivo” degli influencer sul loro pubblico: essi vengono utilizzati anche per scopi commerciali. Ad esempio, le grandi griffe li pagano per la promozione dei loro prodotti. Allo stesso modo, i governi o le ONG si rivolgono agli influencer per promuovere comportamenti sani, sociali, antipandemici o rispettosi dell'ambiente. 

Attualmente, gli influencers, che possono essere considerati i nuovi opinion-leaders, ricevono molte attenzioni da parte delle aziende. Le diverse griffe hanno constatato l'aumento di ricavi scaturito dall'impatto degli influencers sui followers, di conseguenza, hanno chiesto la loro collaborazione per incrementare i potenziali clienti. Infatti, i recenti studi hanno dimostrato che gli influencers aiutano ad aggiungere consapevolezza e valore ad un marchio. 

I giovani sono una categoria di clienti affascinante perché sono la forza principale del futuro. Attraverso l’analisi delle decisioni che questi prendono come consumatori, le aziende possono ricavarne un vantaggio, soprattutto in momenti di difficoltà (come quello che stiamo vivendo dovuto alla pandemia in atto), e raggiungere il loro target, migliorando così il proprio marketing.

Sfruttare questi nuovi sviluppi sociali diviene fondamentale per la concretizzazione degli obiettivi di marketing delle imprese. Prendendo energicamente parte alle interazioni sulle virtual community, le imprese hanno l’opportunità di mettere in pratica diverse attività tra cui l’acquisizione di proficue informazioni, la risoluzione di questioni interne e la concretizzazione di un tangibile sostegno ai propri clienti. 

Uno dei casi di autentico successo digitale della nostra era è Amazon.com: la cui popolarità si basa sulla filosofia customer-centric caratterizzata dall’individuazione di soluzioni più affini per ogni step dell’iter di acquisto dell’utente. Amazon è stata capace di trasformare questa specifica attenzione per l’acquirente in assistenza conforme alle loro attese, abbracciando i capisaldi delle moderne dinamiche relazionali ed offrendo validi strumenti sia alla clientela che alle aziende. 

Amazon Influencer Program, un recente servizio offerto dall’azienda, costituisce iconicamente la realizzazione di un sistema Influencer-based: il ruolo degli influencer rappresenta uno strumento per la concertazione degli interessi di tutte le parti implicate. 

Concludendo, l’Influencer Marketing, basandosi su dinamiche meramente relazionali, se adeguatamente gestito, permette di stabilire una comunicazione non statica e dal carattere fondamentalmente propagandistico, piuttosto originale e profondamente sinergica.

Luigia Santoro, laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Bari, abilitata per l'insegnamento della Lingua e Cultura Francese nella Scuola Secondaria di I e II grado e specializzata per il sostegno, è attualmente docente di Lingua Francese presso la Scuola Secondaria di I grado. E’ specializzata in “Mediazione Linguistica Interculturale in materia di immigrazione e asilo” avendo conseguito il Master presso l’Università del Salento. Ha pubblicato “Un Atelier du CIR, le théâtre au service des demandeurs d'asile et des victimes de torture” (Ed. Stamen) e “Identità rivelate. Stereotipi, culture e pratiche del velo femminile tra oriente e occidente” (Ed. Stamen). 

 

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