Perché valutare …basterebbe amare! 

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L’ insegnamento per il docente è una sfida contro quella che potremmo definire l’” ignoranza “ degli allievi. In questa sfida si ipotizza il possibile percorso didattico che conduce al  raggiungimento degli obiettivi preposti attraverso una serie di azioni programmate.  

 

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Questa libertà che ha il docente di scegliere e progettare contenuti, comporta anche una grande  responsabilità sulla scelta dei criteri di verifica per attivare il processo della raccolta dei dati e  trovarci davanti alla valutazione, che è l’espressione del giudizio da parte del docente sull’insieme  dei risultati ottenuti dagli allievi e su ciò che questi significano. 

Come è cambiata la valutazione attraverso il Covid 19? 

L’ interruzione improvvisa della didattica ordinaria ha portato in tutti una sensazione di sgomento,  la preoccupazione dell’emergenza sanitaria ci ha resi fragili e disorientati. I docenti hanno dovuto  riprogrammare il loro lavoro in una formula nuova, quella della didattica a distanza, attraverso una  flessibilità del loro lavoro e un uso delle tecnologie mai chiesto prima e non sempre già disponibile  nei docenti. 

Le risposte delle Scuole sono state molto differenti, condizionate dal territorio e dalla capacità della  dirigenza di gestire scenari alterati, che vedevano studenti nelle loro case in attesa della lezione del  giorno, ognuno in condizioni e partecipazione diversi e a volte anche ostacolati dall’ impossibilità  di avere un contesto tranquillo e accogliente. 

Questo nuovo scenario è stato però anche l’ occasione per attivare nuovi cambiamenti nel mondo  della Scuola, rivalutando spazi alternativi dove porre maggiore attenzione, lasciando anche ai  docenti maggiore spazio e responsabilità professionale. Inoltre, la modifica sostanziale degli  ambienti di apprendimento, intesi come una nuova gestione di spazi virtuali, ha favorito una  didattica collaborativa e personalizzata . 

La didattica a distanza equivale, quindi, ad attivare una “didattica della vicinanza” nel senso che  bisogna privilegiare la relazione educativa, puntando sull’ aspetto formativo della valutazione  perché l’ obiettivo prioritario della scuola è quello di rafforzare negli allievi la capacità di pensare  in autonomia e accrescere il loro senso critico.

Ed è in questo contesto di novità ed eterogeneità che si è riproposto il problema della valutazione fondata su criteri condivisi tra colleghi, sulla base di riflessioni psicopedagogiche e disciplinari e  dedotta anche attraverso la realizzazione di strumenti non ordinari, coerenti con le richieste  cognitive che la didattica ha proposto agli studenti. 

Si è dato spazio all’ autovalutazione, alla motivazione, alla riflessione e alla collaborazione , tutto  nell’ intento di scaricare l’ ansia da isolamento . 

Si è considerata in questo processo una diversa “valutazione” delle conoscenze acquisite dagli  studenti che hanno preferito i compiti di realtà, le relazioni interpersonali via etere, portando così al  riscontro un netto miglioramento delle competenze digitali, anche da parte di coloro che si  mostravano più refrattari all’ uso consapevole della Rete, delle risorse digitali e della cittadinanza  attiva. 

La rimodulazione dei curricola disciplinari ha comportato necessariamente un adattamento delle  strategie educative e, di conseguenza, dei criteri di valutazione basati soprattutto su alcuni  fondamentali indicatori dell’andamento del processo formativo, come la frequenza dell’ interazione  docente- alunno, la partecipazione e l’ interesse dimostrato alle attività proposte, la capacità di  organizzazione del proprio lavoro nel rispetto dei tempi dati, la creatività e l’ empatia dimostrata  nella realizzazione delle attività didattiche . 

La valutazione finale dovrà quindi tener conto sia dei risultati raggiunti, sia dei progressi nell’ apprendimento, non dimenticando di valorizzare gli sforzi fatti da ciascuno in un momento di  privazioni e limitazioni che ha penalizzato ulteriormente il particolare periodo adolescenziale. 

Rosalia Rossi (10/07/1965) napoletana, docente di Storia e filosofia. Laureata in Pedagogia con 110 e lode consegue Master Europeo di II livello in Mediazione e gestione dei conflitti. Interessata alle dinamiche sociali e relazionali, si forma come Counselor, Mediatrice familiare ed esperta in PNL Basic Practitioner. Esperta in criminologia clinica. Ha assunto incarico di collaborazione e tutor con l' Università degli studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa"; ha partecipato al forum mondiale della Mediazione al Centre de Congres La Regent a Cras Montana con stages in Spagna e Svizzera sulle tematiche della mediazione  del conflitto nei Paesi Europei. Relatrice a corsi di formazione per adulti su " Comunicazione e conflitto". Ha ricoperto per quattro anni il ruolo di collaboratore vicario, componente Consiglio D 'Istituto e del Nucleo Interno di Valutazione. Ha ricevuto encomio dal Dirigente Scolastico per l'eccellente lavoro di collaborazione svolto presso il proprio Istituto.

 

 

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