IL PIACERE DI APPRENDERE 

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Dalla valutazione dell’apprendimento alla valutazione per l’apprendimento 

 La comunità ha bisogno della scuola. Ciononostante l’una sembra non accorgersi dell’altra se non quando la  scuola viene alla ribalta delle cronache, richiamata da gravi casi che la vedono protagonista, vittima o  carnefice di una società che non sembra più in grado di capire né di ascoltare.  

Nel mondo della globalizzazione e dell’informazione, alla scuola spetta il compito di guidare il cambiamento  e di sostenere le nuove generazioni, seguendole in un percorso che conduce alla valorizzazione della persona nella sua unicità e nell’incontro con l’altro. Non c’è più spazio per le classi chiuse, né per le programmazioni  date una volta per tutte.  

Se è vero come è vero che la comunità non può rinunciare alla scuola, è altrettanto vero, però, che oggi più  che mai si deve rinunciare alla scuola che mortifica, che avvilisce e che reprime talenti ed emozioni. La scuola  del XXI secolo deve aprirsi al mondo e fare della conoscenza condivisa il suo punto di forza nella  consapevolezza che  

<<la cultura è un bene che non si esaurisce.. Più si condivide più ce n’è>> (Philippe Meirieu) 

Non conta soltanto quanto si apprende, ma come. Chi insegna sa che ogni azione, ogni gesto, ogni sorriso  mancato o negato segna in modo indelebile la vita del discente e sa che 

<<nulla è più demotivante della sconfitta…- P. Meirieu- se vogliamo una scuola inclusiva, la MOTIVAZIONE  deve essere un obiettivo, non una premessa>>. Eppure quante volte noi insegnanti osiamo dire ai genitori:  <<Suo figlio potrebbe fare di più, se volesse>>. E ancora: <<deve studiare di più. È svogliato. Non porta libri  né quaderni…>> e via discorrendo restituendo praticamente al mittente il “problema”, ovvero l’assenza di  motivazione. 

In realtà, tutte le volte che ci limitiamo a sottolineare l’errore, dimenticandoci che è un tappa obbligata in  ogni processo di apprendimento, l’unico fallimento che registriamo è il nostro, poiché siamo noi, uomini e  donne che liberamente, scientemente e coscientemente abbiamo scelto di insegnare, che dobbiamo  interrogarci su come fare per permettere ad ogni bambino, ragazzo e studente di incontrare se stesso,  nonostante le cadute, e di ri-conoscere il proprio talento emozionandosi per questo incontro.  

Garantire il successo formativo implica un cambio rotta e il passaggio dalla valutazione dell’apprendimento alla valutazione per l’apprendimento. Una valutazione, motivante e proattiva, capace di incoraggiare e  sostenere ogni studente in quel percorso di apprendimento che, passo dopo passo, lo porta a scoprire se  stesso e a capire che ogni errore è un’opportunità di crescita e di miglioramento e che se la meta fa sognare è del percorso che ci dobbiamo innamorare.

Brigida Cristallo, nata a Trani (BT) il 1 novembre del 1968, è diplomata in Pianoforte al Conservatorio di Musica “O. Respighi” di Latina; laureata in Filosofia, con 110 e lode, all’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti; specializzata in Musicoterapia polivalente, con 110 e lode, alla Facoltà di Musicoterapia Polivalente SIM dell’Accademia Musicale Pescarese, L.U.ME.N.A. LIBERA UNIVERSITÀ MEDICINE NATURALI E ARTITERAPIE; consulente di psicoazione; specializzata in PR e Ufficio stampa per le case discografiche, alla ECHOMUSIC di Milano, vincitrice dello stage finale, iscritta all'Ordine dei Giornalisti-pubblicisti dal 2006 al 2010, docente di Lingua e Letteratura Italiana e funzione strumentale per la formazione e l’aggiornamento dei docenti presso l’I.I.S. “Da Vinci-De Giorgio”, di Lanciano (CH); referente alla salute e prevenzione dipendenze (INDIRE). Musicoterapeuta al Centro Sanitario Ambulatoriale di Casoli (Chieti). Come membro dell’Associazione Il Caffè Letterario… e non solo di Lanciano, collabora all'organizzazione dell'anno sociale e presenta gli eventi in qualità di moderatrice. Esperta nel trattamento della balbuzie, dedica il massimo impegno professionale all’attività dell’insegnamento. In qualità di linguista, fonetista ed ex balbuziente, collabora con esperti nel settore della foniatria, della neuropsichiatria infantile, della medicina, della psicologia e della comunicazione, in un’ottica di integrazione, di ricerca e sperimentazione e insegna a non balbettare attraverso il metodo logoritmico da lei stessa elaborata.

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