IL PERICOLO DEGLI “INFLUENCER”

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Abbiamo voluto dedicare le riflessioni della nostra Rivista "Magic e school" di questo mese al ruolo e alla funzione che la scuola può e deve svolgere nella società della comunicazione, dell’immagine, della conoscenza, dopo la decisione del Presidente del Consiglio di affidare alla coppia influencer Ferragni-Fedez il ruolo di indicare ai giovani la necessità di indossare la mascherina in tempo di covid. 

Negli ultimi decenni sono state tantissime le emergenze sociali che hanno coinvolto il nostro Paese e in ogni occasione si è ritenuto opportuno coinvolgere la scuola per affrontare piani strategici per tentare di risolverli in modo positivo facendo maturare attraverso le nuove generazioni nuove tendenze, abitudini anche per gli adulti. Dalla emergenza bullismo-cyberbullismo all’educazione alimentare, dalla educazione alla salute e al ben-essere alla lotta alla droga e al tabagismo, dall’emergenza ambientale alla droga, la scuola è stata sempre ritenuta, finora, protagonista e capace, insieme alla sua comunità professionale, di intraprendere un percorso adeguato per dare risposte in positivo ed in prospettiva capaci di invertire una rotta. E le nuove generazioni, a cominciare dalle bambine e dai bambini della scuola dell’infanzia, hanno svolto ruoli importanti all’interno delle loro famiglie su quali comportamenti assumere nelle varie emergenze affrontate. Si è quindi lavorato da parte della scuola con passione, competenza e con progettualità adeguate per diffondere non solo messaggi cui obbedire senza rendersene conto, ma segnali convinti e decisi per intraprendere un’alternativa a situazioni difficili e compromettenti per il ben-essere della nostra società.

Per la prima volta, con la vicenda covid, la scuola viene estromessa dal ruolo educativo, formativo, che ha sempre svolto, per essere sostituita da personaggi che sono riusciti sì ad imporsi mediaticamente attraverso i social ed i tantissimi like nella logica da “grande fratello”, ma con una comunicazione con overdose di insignificanza formativa.

La scuola italiana non può trascurare questi segnali e non riflettere sul suo ruolo e il suo futuro in questa nostra Italia travolta dalla pandemia. La vicenda covid, soprattutto nel nostro Paese, ha lanciato messaggi diversi e pericolosi rispetto agli altri Paesi europei, che, anche in situazioni peggiori e con lockdown generalizzati hanno voluto tenere le scuole aperte e funzionanti. In Italia la scuola esce moralmente sconfitta in quanto è stata la prima a chiudere e l’ultima e riprendere le attività e in questi giorni si sta discutendo di procrastinarne la chiusura sino a gennaio. Eppure non sono mancati gli sforzi, soprattutto da parte della Ministra dell’Istruzione, di tenere le scuole aperte e funzionanti. E tutta la comunità scolastica, dirigenti e docenti, hanno dato il massimo del loro impegno per far diventare la scuola “la line del Piave” per dare una risposta in positivo all’emergenza pandemica dopo la “caporetto” della primavera. Misure sanitarie, logistiche, di modifica degli ambienti e spazi didattici sono diventati obiettivi che hanno visto protagonisti dirigenti scolastici e sindaci pronti a scommettere per una ripresa a settembre delle attività didattiche in modo duraturo e capace di dare risposte in positivo, di resilienza all’intera società. 

All’impegno notevole del Ministero dell’Istruzione e della scuola militante non c’è stato un adeguato riscontro da parte di quanti (Ministero dei Trasporti e Regioni) avrebbero dovuto creare le condizioni logistiche adeguate a far arrivare gli studenti a scuola senza pericolo di contagio. Aver autorizzato le società dei trasporti a riempire i loro pullman sino all’80 % della loro capienza e non aver obbligato le aziende dei trasporti a munirsi di una semplice app con cui prenotare il proprio posto a sedere ed evitare gli affollamenti in pullman era la dimostrazione di un agire politico approssimativo, superficiale e di facciata votato a soluzioni fallimentari ed il tentativo di provare un riscatto sociale e culturale alla pandemia attraverso la  scuola  è miseramente fallito, soprattutto per colpa di governatori che per nascondere le loro colpe hanno ritenuto opportuno sacrificare le nuove generazioni ad una didattica a distanza che mostra molte lacune e difficoltà gestionali con scarsi risvolti formativi.

La scelta di Fedez-Ferragni quali influencer educativi a discapito della scuola sta a dimostrare quanto affermavo su questa rivista nello scorso dicembre in una mia riflessione tra non essere più nella nostra società dei “credenti” per seguire una fede, una ideologia, ma di essere diventati semplicemente dei “creduloni”, capaci di affidarci a personaggi famosi per un uso massiccio e strategico dei media, ma vuoti di valori e di contenuti. E questa nuova dimensione umana di “creduloni” sta portando al successo nuovi social come il famoso TikTok che è rivolto e sta coinvolgendo le adolescenti e gli adolescenti d’Italia e del mondo. 

TikTok sta dimostrando come contenuti brevi e inconcludenti di una insignificanza cognitiva estrema possano modificare la nostra esistenza creando una dipendenza esasperata alla ricerca dei like che dimostrino la nostra appariscente esistenza. Al di là della vendita da parte di TikTok delle nostre identità digitali alle multinazionali, che è la vera finalità della sua esistenza, mi preoccupa il vuoto culturale che può creare tra le nuove generazioni, che invece avrebbero bisogno di potenziare il loro spirito critico e creativo messo duramente alla prova da questo bombardamento massmediologico e dal rischio di far perdere alla scuola il ruolo educativo e formativo che ha sempre svolto. Alla pandemia da covid potrebbe seguire la pandemia del vuoto culturale, della ricerca disperata di like, del vuoto esistenziale a cui solo la scuola intesa come “comunità” può reagire e riprendendo le redini della formazione creare e costruire la nostra “Vittorio Veneto” della cultura.

E con questo auspicio, con questa aspirazione io e la redazione vi auguriamo un Natale di speranza e un nuovo anno che veda la scuola, i dirigenti e i docenti protagonisti e significativi influencer di generazioni pronte a scommettere sul proprio futuro.

Luigi Martano  Laurea in Pedagogia- Abilitazione Insegnamento Materie Letterarie Scuole Superiori 2° grado Dirigente scolastico per 28 anni nelle scuole del primo e secondo ciclo. Giudice Onorario Tribunale per i Minori presso Corte di Appello di Taranto - Ha svolto numerosi incarichi ispettivi per la verifica dei requisiti delle scuole paritarie- Componente Nuclei di Valutazione dei Dirigenti Scolastici della Puglia Coordinatore Interregionale della Rete “Local Lingue Infanzia” per la sperimentazione della metodologia CLIL con le Lingue di Minoranza ( Griko- Furlan-Occitano- Ladino- Areberesh- Croato) Collaboratore fisso della Rivista Gulliver 3-6 per la scuola dell’Infanzia Amministratore M.A.GI.C EDUCATION TRAINING Autore “Leadership per l’apprendimento”- ( 2017) corso online per la preparazione al concorso per Dirigenti scolastici  Autore “Il Dirigente Scolastico-Authority territoriale del successo scolastico” Autore “Una pedalata verso il successo” per la preparazione ai concorsi docenti e dirigenti Autore “ I care …per una scuola inclusiva” per la preparazione ai concorsi docenti e dirigenti

 



   

 

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