Autonomia: dalla parte degli utenti. Le famiglie e la scuola: un rapporto in evoluzione?

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Tra famiglia e scuola si sono sempre creati complessi e delicati intrecci, che diventano molto importanti nel caso di riconoscimento tempestivo di pericolosi disadattamenti o di semplici demotivazioni.

La comunicazione tra i due sistemi è varia, perché si va da un atteggiamento di delega totale, per cui i genitori affidano del tutto agli insegnanti non solo l’istruzione, ma soprattutto l’educazione dei figli, rimettendosi a loro per ogni tipo di scelta, ad un atteggiamento di ostilità e quasi rifiuto, per cui si contrappone l’educazione domestica a quella scolastica, come se il bambino o l’adolescente vivesse in due mondi separati e non di rado contrapposti tra loro. Poche famiglie realmente comprendono che l’affinità di intenti tra ambiente familiare e scolastico sarebbe fondamentale per il benessere del ragazzo e, quindi, presup-posto importante del successo scolastico.Oggi uno dei modelli di comunicazione scuola genitori più accreditato è quello proposto da Epstein (2004) che individua sei tipi di coinvolgimento dei genitori nella learning community della scuola: parenting (obblighi di base dei genitori nei confronti dei figli), communicating (comunicazioni ai genitori sui programmi scolastici e sui progressi degli alunni), volunteering (coinvolgimento dei genitori a scuola, attraverso le attività volontarie), learning at home (coinvolgimento dei genitori nell’apprendimento a casa), decision making (coinvolgimento dei genitori nelle decisioni) e collaborating with the community (collaborazione con il territorio e condivisione tra genitori).

Excursus normativo

Sebbene da tempo esistessero rapporti informali tra insegnanti e genitori, grazie all’impulso di una generale volontà di partecipazione alla vita pubblica che caratterizzava gli anni Settanta, il 1974 fu l’anno che vide per la prima volta l’ingresso ufficiale delle famiglie all’interno della scuola. Il titolo I del DPR n. 416/743, più conosciuto come “Decreti Delegati”, riguarda appunto tale partecipazione, riconoscendo alla famiglia l’importanza come elemento fondante di una comunità: in particolare, il DPR, tuttora in vigore nelle nostre scuole, descrive in modo dettagliato e preciso le funzioni spettanti ai vari organi, che si dividono in due tipologie, quelli con funzione consultiva e propositiva, quali i Consigli di Classe e Interclasse e quelli i cui organi hanno una funzione deliberativa ai livelli superiori, come i Consigli d’Istituto. Gli organi collegiali sono formati dai docenti e da rappresentanti, eletti democraticamente tra i genitori e studenti (alla scuola superiore). A sua volta, il Testo Unico in materia di istruzione (D. Lgs 297/1994) all’art.3 sulla comunità scolastica, regolamenta in modo più particolareggiato le funzioni dei vari organi e ribadisce l’importanza della presenza della famiglia all’interno della scuola come parte significativa nel dialogo tra le parti. Successivamente, con il DPR n. 567/966, si cerca di rafforzare il concetto di partecipazione e viene istituito il Forum Nazionale delle associazioni dei genitori, con l’obiettivo di “valorizzare la partecipazione e l’attività associativa dei genitori nella scuola. 

Il DPR 275/997, relativo all’autonomia scolastica, apre ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti una nuova stagione e ricorda l’importanza delle famiglie e delle loro istanze “al fine di garantire [...] il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”. I provvedimenti che seguono, dal 1998 con il DPR 249/98, modificato poi dal DPR 235/08, compiono poi un passo in avanti. Se infatti fino ad allora si è parlato soltanto di partecipazione e di capacità rappresentativa dei genitori all’interno delle scuole, questi ultimi decreti affrontano il tema della “corresponsabilità” educativa tra la scuola e la famiglia. Una Nota successiva del 2012 del MIUR, riprendendo quanto fino a quel momento affrontati dalla normativa precedente, trasmette infine le Linee di indirizzo “Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa”. 

Lo scambio della scuola con le famiglie, come è evidente, non si è mai fermato, ma, se prima molto di quanto accadeva a scuola passava attraverso i rappresentanti eletti, ora non è più così. I canali utilizzati infatti sono quelli che per le loro caratteristiche di velocità e immediatezza sono entrati ormai nell’uso corrente. La scuola usa il sito web per dare informazioni sui progetti e sui servizi, e usa la posta elettronica per le comunicazioni ufficiali e informali. Il registro elettronico ha assunto un’importanza fondamentale e dovrebbe essere di consultazione quotidiana da parte dei genitori, rappresentando una vera innovazione in termini di alfabetizzazione digitale e coinvolgendo tutto il corpo insegnante, anche quei docenti che si erano dimostrati maggiormente refrattari all’utilizzo delle tecnologie. L’uso della tecnologia, del resto, è divenuto essenziale negli ultimi mesi di didattica a distanza (DaD), quando per il lockdown dovuto all’epidemia di Covid 19 è diventato impossibile accedere agli edifici scolastici.

PTOF e RAV 

Il PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa), che è stato introdotto nella scuola con  Legge 107/2015, si presenta in realtà, per quanto concerne i genitori, come sviluppo del POF (D.P.R. n.275 del 1999), come documento identitario della scuola, ma valorizzato e rivisitato rispetto a quello previsto dal Regolamento dell’autonomia e dal Piano di Miglioramento, che richiama ad un’ottica di coerenza e di approccio sistemico alla visione progettuale della scuola. L’elaborazione del Piano di Miglioramento rappresenta per la scuola un momento importante di riflessione e pianificazione strategica; è il momento delle scelte effettuate al termine del lungo e complesso percorso di autovalutazione d’istituto, il Rapporto di Autovalutazione (da ora in avanti RAV), con l’obiettivo di rilevare e evidenziare criticità ma anche punti di forza, la scuola identifica, delinea e pianifica il proprio percorso di migliora-mento, in termini di obiettivi da raggiungere, azioni da mettere in campo, risorse a disposi-zione, tempistiche e responsabilità condivise.

Il format del RAV prevede e propone alcune domande guida per supportare la scuola nell’individuazione dei punti di forza e di debolezza per ciascuna area di processo, e in particolare ci si chiede: “In che modo i genitori sono coinvolti nella definizione dell’offerta formativa? Ci sono forme di collaborazione con i genitori per la realizzazione di interventi formativi o progetti? La scuola coinvolge i genitori nella definizione del Regolamento d’istituto, del Patto di corresponsabilità o di altri documenti rilevanti per la vita scolastica? La scuola realizza interventi o progetti rivolti ai genitori (es. corsi, conferenze)? La scuola utilizza strumenti on-line per la comunicazione con i genitori (es. registro elettronico)?”

Partecipazione consapevole?

Secondo lo studio effettuato dalla ricercatrice Storai e colleghe, dal Piano di Miglioramento a livello nazionale (Interazione e rapporti con la famiglia) emergono i seguenti obiettivi:

  • Coinvolgimento attivo dei genitori 10,2%; 
  • Programmazione e organizzazione incontri con i genitori 8,6%; 
  • Utilizzo del registro elettronico 8,1%; 
  • Comunicazione/interazione scuola - famiglia 6.5%; 
  • Attività di informazione/formazione genitori su tematiche specifiche 5,4%; 
  • Miglioramento del sito web d’istituto 3,2%; 
  • Attività di monitoraggio con il coinvolgimento delle famiglie 4,3%; 
  • Patto di corresponsabilità 1,8%.

Direi che in questo rapporto, la prima cosa da fare, sia cercare un coinvolgimento più attivo dei genitori, evitando quindi quelle che la formatrice Cesari Lusso (2010), definisce otto “trappole”, in cui purtroppo gli insegnanti cadano spesso:

  • soffermarsi esclusivamente sugli aspetti problematici;
  • vivere le critiche e le divergenze di opinione espresse dai genitori come una sorta di delitto di lesa maestà;
  • non curare sufficientemente la cornice scenica (il setting) necessaria affinché il colloquio tra docente e genitore si svolga in condizioni adeguate;
  • farsi troppo condizionare dalle emozioni;
  • trattare (spesso senza rendersene conto) i genitori, o come rivali e non come alleati;
  • farsi coinvolgere nel gioco pericoloso delle eventuali dispute tra padre e madre;
  • farsi coinvolgere in circoli viziosi comunicativi partecipando inconsapevolmente al continuo innesco di reazioni a catena;
  • attribuire agli allievi in difficoltà etichette generiche del tipo “non si concentra, non si applica, non studia” senza illustrare i punti critici con esempi concreti e senza trasformarli in obiettivi realistici, graduali e verificabili.

Conclusioni 

In conclusione, praticamente la maggior parte dei genitori, se partecipa, lo fa solo per la propria prole e raramente si interessa all’andamento della scuola, o del gruppo classe, ai progetti elaborati, alla linea didattica tenuta. Per questo ritengo utile, per poter avviare un colloquio collaborativo e fattivo con le famiglie degli alunni, rilevare in quale misura i genitori siano a conoscenza delle novità della normativa scolastica, dell’importanza della loro partecipazione e anche della possibilità di esprimere il proprio giudizio sull’attività formativa. A tale scopo, ho elaborato una bozza di questionario online da somministrare  ad un campione di genitori (v. All.1).

All. 1

Questionario  

1 Sei genitore di almeno un ragazzo che frequenta la Scuola Pubblica?

 Sì                  No

2 Sei un insegnante?

Sì    No

Se hai risposto No prosegui, altrimenti fermati qui

 

3 Hai sentito parlare di PTOF?

Sì No

4 Lo hai letto?

Sì No

5 Hai sentito parlare di RAV?

Sì No

6 Secondo te, di cosa si tratta?……………………………………………………………………………………………….

7 Ti sei mai candidato per partecipare agli Organi Collegiali?

Sì No

8 I rappresentanti dei genitori vi informano periodicamente sui problemi emersi?

Sì No

9 Ti senti ascoltato come genitore?

Sì No

10 Cosa cambieresti nel rapporto scuola/famiglia?…………………………………………………………………………………………

11 Negli ultimi mesi di didattica a distanza, tu, genitore hai mai seguito una lezione on line?

Sì No

12 Se hai risposto Sì, cosa ne pensi?

Bonaccini Silvia, classe 1972, laureata in Scienze della Formazione Primaria e Dirigente e Coordinatore dei servizi socio- educativi e scolastici, in servizio presso l'Istituto Comprensivo Venturino Venturi di Loro Ciuffenna (Ar), come docente di Scuola Primaria,  ha svolto numerosi corsi di aggiornamento e laboratori propedeutici a diverse attività del settore scolastico.Nella sua carriera scolastica ha svolto il ruolo di capo sede, funzione strumentale della valutazione per molti anni, redatto il PON che ha fatto risultare vincitore il suo Istituto ed è tutt'ora membro del Comitato di Valutazione.

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