Stranieri e registro elettronico, ‘ Gioie e dolori’

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Inserire gli alunni stranieri nelle classi italiane orStranieri e registro elettronico, ‘ Gioie e domai possiamo dire che è una prassi consolidata. Con il passare del tempo, soprattutto nel Nord Italia stiamo assistendo ad un repentino cambiamento nelle iscrizioni alla scuola pubblica.

A Milano per esempio ci sono realtà dove si sfiorano i tre italiani per classe.C’è un piccolo problema da risolvere però che riguarda i genitori di questi ragazzi. Il registro elettronico non riesce in molti casi a diventare il fondamentale anello di congiunzione che c’è tra le famiglie e la scuola. Molti neo arrivati soprattutto nella scuola secondaria di primo grado, non conoscono bene l’italiano, non hanno internet a casa, possono leggere le informazioni solo con gli smartphone e addirittura qualcuno si dimentica. Le comunicazioni sul libretto o sul diario non sempre vengono viste ed a volte vengono firmate dagli stessi alunni visto che in alcune situazioni uno dei due genitori non sa né leggere e né scrivere. I mediatori linguistici e i volontari svolgono un gran lavoro in tal senso. Il ‘mutuo sportello’ adottato da molte scuole, prova a coinvolgere maggiormente i “nuovi” genitori, mostrando loro come sostenere i propri figli e tenersi al corrente dei loro progressi scolastici.La scuola ha messo a disposizione tante strategie per aiutare i genitori stranieri però a volte ci si scontra contro mentalità e culture totalmente diverse ed i dirigenti scolastici fanno fatica a mettere su un’organizzazione che possa aiutare queste persone. Il metodo più diffuso ed efficace è quello di coinvolgere altri genitori e quindi genitori che aiutano genitori ma non tutti hanno orari flessibili, molti mancano un’intera giornata e tornano a casa a sera tardi diventando quindi irraggiungibili. Di solito nella cultura araba è la donna che bada alla famiglia e l’uomo che lavora, questo significa che nella maggior parte dei casi la donna non conosce la lingua e quasi sempre si affida ai suoi figli.

Il papà naturalmente tornando la sera tardi non riuscirà mai a conoscere esattamente la situazione scolastica e con questo intendo anche le varie assenze da giustificare o le comunicazioni da firmare. Tutto ciò, in alcune scuole di periferia è ‘ordinaria amministrazione’, i docenti sono costretti a controllare puntualmente diari e quaderni ed a volte  leggere firme strane di zii, parenti oppure telefonare in continuazione a genitori che ti rispondono in una lingua diversa.Forse l’unica soluzione è organizzare dei veri e propri corsi sul registro elettronico anche per i genitori stranieri. I formatori però dovranno conoscere anche le varie lingue e non solo l’italiano in modo da assicurarsi che il registro possa essere controllato anche sugli smartphone. Anche le prime schermate del registro dovranno essere in doppia lingua in modo da far capire bene quali sono le comunicazioni importanti. Un altro step considerevole è quello di combattere la cultura dell’abbandono, far capire bene ai genitori che la tecnologia non è un elemento di ‘fastidio’ ma di ‘facilitazione’. Il docente non può trasformarsi in un ‘baby sitter’: hai firmato quello?, hai fatto questo?ecc, così facendo non sarà mai possibile infondere contenuti formativi ai ragazzi.

Alfredo Lanzone docente di sostegno in ruolo presso la scuola secondaria di primo grado Gaetano Negri (Ics Calasanzio) di Milano. Laureato in Scienze Motorie con Lode presso l'Università degli studi di Foggia e con abilitazione Ssis in educazione fisica e sostegno conseguite presso l'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha Lavorato come giornalista sportivo, con diversi quotidiani ed altre testate anche digitali tra cui: Il giornale D'Italia, Il Giorno, Il Meridiano, Acid Jazz, tuttotoro.com, il grecale (Age) ed in Tv locali: Telenova e Lombardia Tv. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2004, ha condotto per anni diverse trasmissioni in radio. (radiopunto.it e silvermusicradio.it).  perimentazioni deep house.

 

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