La comunicazione “disturbata”.

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“Sono grato a mio padre per vivere, ma al mio maestro per vivere bene.” (Alessandro Magno).

 

La comunicazione “disturbata”.

 

Una delle questioni più critiche della formazione scolastica, nel contesto attuale, è rappresentata dal rapporto tra insegnanti e genitori. E’ sovente uno scarso riconoscimento dell’autorevolezza degli insegnanti da parte delle famiglie e di contro gli insegnanti vedono nell’ atteggiamento iperprotettivo di molti genitori la causa del disorientamento e dell’ immaturità di molti giovani.Sarebbe veramente interessante poter definire in modo preciso l’ambito di intervento delle due istituzioni, poiché spesso anche la comunicazione assume forme monodirezionali: la scuola è tesa all’ erogazione della formazione e della misurazione dei risultati, la famiglia invece è completamente centrata sulla situazione individuale del proprio figlio e su quelle che sono le richieste di intervento su quest’ultimo.Con queste premesse, l’ampliamento dei canali comunicativi, anche con l’ uso di nuove tecnologie  da parte della Scuola può rappresentare per le famiglie la cosiddetta “terra di mezzo”, dove non si devono per forza condividere le stesse convinzioni ma  bisogna saper esercitare il rispetto e il dialogo, in attesa di un punto d’ incontro teso al “ben-essere” del figlio-alunno.

Tutto questo è molto importante soprattutto in presenza di ragazzi con bisogni educativi speciali o nei casi di disturbi specifici dell’apprendimento, dove la collaborazione tra scuola e famiglia diventa un grande investimento a favore di tutte le parti in gioco. Incontrare le famiglie richiede sensibilità, preparazione e professionalità ed è forse l’aspetto più faticoso della funzione docente e non può essere evitato, poiché quando ci si rivolge ad uno studente, come afferma Winnicott ,ci si rivolge anche alla sua famiglia e non è possibile separare un ragazzo dai suoi genitori.

Proprio in questo periodo la mia funzione di genitore è stata messa a dura prova dall’ aver scoperto che mia figlia ha un disturbo specifico dell’ apprendimento , in particolare è discalcula. Sino ad oggi è stata capace di compensare in modo autonomo a questa neurodiversità, ma con l’ ingresso alla scuola superiore e con l’ aumento del carico di studio (frequenta il liceo classico) è andata in born out !!!!! Perché condivido questa mia personale esperienza? Perché mi sono trovata a sperimentare in prima persona le falle di un sistema comunicativo-relazionale non idoneo alla crescita serena di un alunno. La Legge 170/2010 tutela i diritti degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento , questo almeno su carta, ma le problematiche arrivano sul piano delle relazioni: lungaggini burocratiche a cui la famiglia è soggetta per avere la certificazione che attesti l’ iter diagnostico, incontri con gli insegnanti che hanno lo scopo di condividere il piano didattico personalizzato e le strategie d’ intervento ma che nei fatti pochissimi sono formati e informati, al punto da eludere spesso i dettami legislativi del caso, spingendo così l’ alunno all’ insuccesso scolastico.

Come superare quest’ empasse?

 Bisogna lavorare sulla fiducia reciproca, tentare di ricostruire un progetto dove la famiglia “sente” che il docente ha come obiettivo la crescita serena del ragazzo, non in termini di performance ma di acquisizione di competenze. La Scuola deve conoscere bene gli strumenti normativi a disposizione, scegliere strumenti pedagogico- didattici utili, alimentare il benessere nella classe e coltivare le risorse, costruire alleanze con le famiglie dimostrando accoglienza ed empatia , senza dimenticare che al centro della scuola ci sono gli studenti.

Rosalia Rossi (10/07/1965) napoletana, docente di Storia e filosofia. Laureata in Pedagogia con 110 e lode consegue Master Europeo di II livello in Mediazione e gestione dei conflitti. Interessata alle dinamiche sociali e relazionali, si forma come Counselor, Mediatrice familiare ed esperta in PNL Basic Practitioner. Esperta in criminologia clinica. Ha assunto incarico di collaborazione e tutor con l' Università degli studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa"; ha partecipato al forum mondiale della Mediazione al Centre de Congres La Regent a Cras Montana con stages in Spagna e Svizzera sulle tematiche della mediazione  del conflitto nei Paesi Europei. Relatrice a corsi di formazione per adulti su " Comunicazione e conflitto". Ha ricoperto per quattro anni il ruolo di collaboratore vicario, componente Consiglio D 'Istituto e del Nucleo Interno di Valutazione. Ha ricevuto encomio dal Dirigente Scolastico per l'eccellente lavoro di collaborazione svolto presso il proprio Istituto.

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