“Il punto di vista degli alunni sulla DAD e sulla valutazione al tempo del Coronavirus”

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Il coronavirus ci ha catapultatI all’improvviso in una nuova realtà; ,siamo in tempo sospeso, tutti in attesa di riprendere la vita normale, ma come sarà questa nuova vita?

passano i giorni  e comincia a prendere forma l’idea che forse tutto è cambiato , a cominciare dal mondo del lavore delle relazione della vista sociale e degli hobby, in tutto questo rientra

a pieno titolo la scuola . 

Quest’ultima che sembrava fosse il fanalino di coda della vita sociale del nostro paese, offuscata da tanti altri contenitori sociali pieni di lustrini, nel tempo ha perso  quell’alone di intoccabilità che apparteneva in passato a coloro che detenevano lo scrigno della conoscenza,  diventata, grazie ai padri fondatori della nostra costituzione,di tutti e alla portata di tutti affinchè nessuno fosse lasciato indietro e ognuno potesse essere artefice del proprio futuro, in questa emergenza si riconquista il suo ruolo: contenitore sociale, forma di aggregazione di teste pensanti, ente formativo ed educativo. La scuola ha saputo reagire in modo quasi esplosivo in questo momento storico mostrando grinta e resilienza, mettendo in campo forse energie sopite o represse ?. La scuola, negli anni diventata un continuo riformicidio, che sfornava mere riforme, normative  e circolari spesso calate dall’alto, ma non contestualizzate nelle diverse situazioni oggettive del paese e che sembrava rincorrere le problematiche rinvenenti dai tanto  temuti e sterili  dati  RAV,  ha dimostrato di essere animata da cuori pulsanti: docenti, ovvero professionalità  e sensibilità singole.

Questi ultimi, spesso troppo  disciplinati in forme collegiali  che inseguono il miraggio di creare quella formula strutturata chiamata  organicità e che  fa emergere  entusiasmi, creatività ed individualismi nei pochi spazi di autonomia che sfociano nella progettualità autonoma delle scuole: IL PTOF, in questa situazione contestuale hanno potuto emergere ed esplodere . La rete è piena di pagine dove i docenti  socializzano attività e fanno rete, si scambiano idee nuove per dar vita a nuove forme di didattica, la didattica digitale che tanto ha faticato a permeare i nostri istituti e che fino a ieri era quasi schernita da alcuni, ora acquista significato e valenza educaticva a pieno titolo, formativa e didattica poiché l’unica alternativa possibile. Infatti tutti in modo oggettivo hanno compreso che  per catturare e coinvolgere gli alunni che sono a casa, distratti da mille altri input, devono padroneggiare gli stessi strumenti e giocare ad armi pari oggi che  è ancor più di difficile lavorare a distanza e disciplinare attività singole o di gruppo che fino a ieri sembravano un gioco e bastava solo ruotare banchi e sedie.

 Da anni mi sono avvicinata alla didattica digitale, ho sperimentato in classe e infine ho socializzato le mie esperienze, ho fatto anche esperienza di formatore;  usavo le piattaforme digitali, le classi virtuali Pearson  Fidenia e Zanichelli;  tutti questi strumenti sono tornati utili a tutti in questo momento emergenziale, ma questa non è la didattica a distanza; vorrei rincuorare i colleghi che si sono avvicinati per la prima volta a questi strumenti e  che si sono sentiti  catapultati con forza in un'altra dimensione spazio-temporale che si può partire anche semplicemente dall’anno zero e raggiungere gli altri, gli strumenti servono e ci alleviano la fatica di raggiungere i discenti, ma resta a nostro carico il ruolo di mediatori  facilitatori e progettisti, ovvero un ruolo determinante che ci rende artefici nella formazione educativa e didattica dei nostri alunni. Saper scegliere (determinante) o progettare(non da tutti ) l’attività che meglio potrà coinvolgere o permeare la attenzione del discente a distanza e che alla fine riuscirà ad essere un elemento che sarà ritenuto come elemento formativo diventa il vero progetto della didattica a distanza più che i programmi, i manifesti stucchevoli e manieristici.

La DAD necessariamente ci porta a fare una attenta riflessione  su tante azioni che la scuola ha messo in campo in questi anni e sulla loro ricaduta: Il PNSD che negli ultimi anni ha  invitato, sensibilizzato  i docenti a formarsi. La DAD   ha coinvolto in un sol colpo i tre protagonisti della didattica e della formazione ovvero: scuola, famaiglie e tecnologia.La scuola è arrivata a casa, ha quasi invaso le case;  spesso in questi giorni mi è sembrato di essere riuscita a buttar giù dal letto i miei alunni e di essere riuscita in una impresa dove spesso le famiglie hanno fallito; ho riconquistato alunni che avevano abbandonato la scuola, che hanno riconosciuto alla scuola in questo momento storico il ruolo di contentore sociale insostituibile. Un grande risultato se pensiamo  che questa generazione non ha vissuto difficoltà, come una guerra o le sue conseguenze ha da un pò sostituito la scuola con altri contenitori senza alcuna valenza educativa ai quali le famiglie hanno consegnato  i propri figli forse perché anch’essi distratti o perché hanno abdicato al loro ruolo.

Su questo punto nodale è interventa anche la nostra ministra che ha ribadito “Il problema della didattica a distanza non è la valutazione, ma stare vicino a dei ragazzi smarriti, che hanno perso la routine. Gli insegnanti sono fondamentali da un punto di vista emotivo. “Il docente, la scuola deve tornare ad essere fulcro e cardine intorno al quale costruire esperienze formative condivise dalla famiglia che deve sostenere i figli nel cammino della formazione, non delegando o abdicando ma collaborando e coadiuvando. In tutto questo panorama molto articolato conosciamo il punto di vista del ministero che si è speso con circolari e regolamenti, dei docenti che attraverso i sindacati e associazioni sono ampiamente rappresentati, delle famiglie, ma spesso rimangono inascoltati i veri protagonisti: gli alunni.Ho condotto una indagine tra gli alunni delle mie classi per dar parola a loro, gli usufruitoti della DAD coloro che si trovano a dover subire quello che è il risultato di scelte pregresse dovute anche ad esperienze del bagaglio professionale di un docente.

https://forms.gle/tq9GE8TLSbESxxQaA

Emerge dalle risposte che gli alunni hanno apprezzato l’enorme impegno dei docenti, hanno riconosciuto il ruolo esercitato dalla scuola nella loro vita, sono molto critici verso le attività proposte,  riescono a discernere tra ciò che è valido per la loro crescita e ciò che disperde la loro attenzione  poiché  riescono ad esprimere preferenze rispetto anche agli  strumenti utilizzati da ogni docente.Nel sondaggio si riconoscono i messaggi degli alunni delle classi senza zaino, abituati ad utilizzare forme e strumenti di didattica smart rispetto a quelli abituati a quaderno e libro che si sono sentiti all’improvviso catapultati su Marte con docenti poco inclini alla tecnologia, questo mi ha fatta riflettere su quanto i nostri alunni sappiano giudicare se non siamo all’altezza del nostro compito, se chiediamo di utilizzare strumenti che nemmeno noi conosciamo e  come spesso si sentano disorientati quando manca gradualità nell’approccio a determinate azioni: 

un esempio su tutti è che per gli alunni di questa epoca è innato scrivere un messaggio wzp o un hashtag, non affatto immediato è invece scrivere un test in word da allegare in una mail. Preferiscono il Padlet condiviso come forma di confronto, al voto segreto ( un archetipo di noi adulti ) o una presentazione fatta in thiglink o Metaverse   piuttosto che strumenti come Presentazione presente in g-suite.  Tutti gli alunni apprezzano l’opportunità di poter vedere i compagni e vivere la loro socialità di ragazzi adolescenti e tutti puntano il dito su strumenti tecnologici a casa  non adeguati, “non ne lasceremo nemmeno uno indietro” , questo il monito della Ministra, ma la situazione oggettiva di parecchi miei alunni, che in possesso di device inadeguati, con pochi giga a disposizione, non in possesso di wifi a casa che mi pregavano un semplice contatto a tarda sera,  a cui  solo la scuola si è preoccupata di far pervenire gli strumenti tramite gli operatori della croce rossa, mi ha fatto riflettere su quanto il coronavirus nonostante i grandi manifesti sia stata colta impreparata e con la mente sono ritornata alla esperienza Erasmus in Finlandia. 

Nella mia formazione in Finlandia dove ho avuto l’opportunità di vedere in due periodi diversi i miei colleghi al lavoro,  si è puntato molto sui device personali piuttosto che su altri interventi ritenendo che questi fossero per tutti; i docenti quindi  improntavano le attività in considerazione di  strumenti padroneggiati pienamente dagli alunni; in realtà noi tutti in questi giorni concitati abbiamo scelto le nostre piattaforme o attività interattive senza tener conto della tecnologia presente a casa dei nostri alunni , spesso inadeguata e con fornitura internet limitata. “L’anno scolastico sarà in ogni caso valido. Gli insegnanti, in base ai criteri stabiliti dal collegio docenti, hanno la piena libertà di valutare come ritengono più opportuno”, frase emblematica ma che allo stesso tempo richiama ognuno di noi a delle responsabilità forti; la valutazione al tempo del Coronavirus non può essere solo compiti eseguiti, misura dei contenuti appresi, impegno, presenza alle video lezioni, ma misura anche: resilienza, creatività, messa in campo di potenzialità inespresse, collaborazione; penso a quanti miei alunni si sono aiutati a vicenda per formare le classi in classroom e si aiutano tra loro  meglio di quanto possano fare sterili tutorial per lavorare con nuovi strumenti fino a ieri non utilizzati. I tanti temuti gruppi wzp sono diventati fucina di informazioni utili, dove ho visto gli alunni informarsi, sostenersi e pungolarsi a vicenda. 

Passando ad affrontare un altro tema di discussione centrale di questi giorni ovvero” la valutazione “, nei primi giorni della DAD è emerso che gli alunni non ne erano affatto preoccupati,  poiché essi riponevano  molta fiducia nel dialogo già costruito con i propri  docenti, ma l’intervento degli organi ministeriali sopraggiunti a dissipare le perplessità sollevate dai media  ha creato scompiglio nei lettori,  nella comunità e infine  nei Debate che ho condotto nelle mie rispettive classi. I miei  alunni hanno puntato il dito su una questione fondamentale: promossi tutti - assenza di meritocrazia; mi ha spiazzato osservare che la nuova generazione ritenga importante la meritocrazia, io stessa mi sono prodigata nel fornire elementi che chiarissero la differenza tra valutazione formativa e sommativa, argomento spinoso e complesso su cui la scuola italiana è rimasta per molto tempo ancorata ad archetipi storici e che rimane avvitata alla valutazione docimologica tanto è che non riusciamo a valutare solo ed esclusivamente per competenze; quest’ ultima è confusa con la quantità di nozioni studiate e assimilate. 

Da anni la scuola discute e forma sulla metodologia, ma si finisce per puntare il dito sempre sul fatto che le nuove generazioni sanno poco, mentre dovremmo solo lavorare al fine di  far maturare il pensiero critico dei nostri alunni e affascinarli al piacere della conoscenza, quest’ultima poi deve diventare il fine ultimo e il punto di arrivo per  intraprendere quel cammino che potrebbe portare ognuno di essi anche in autonomia  e in base alle loro necessità ad un traguardo che non può che arricchirli.In questo progetto dinamico molto importante allora diventa determinante  il nostro ruolo di mediatori ed educatori.

Serrone Maria, docente di scienze integrate presso Lotti Umberto I di Andria, ho conseguito la maturità classica e quella magistrale, sono laureata in Biologia, ho maturato alcune esperienze presso il policlinico di Bari come ricercatrice; sono stata consulente come esperta per un ente di formazione che eroga corsi per ottici ed optometristi per diversi anni. Ho iniziato la carriera scolastica nella scuola superiore di primo grado, ho svolto il primo anno di ruolo nella scuola materna, esperienza veramente unica e formatrice. infine sono entrata in ruolo nella scuola superiore nel 2008. Nel 2009 sono arrivata all’istituto Lotti e mi hanno affidato il ruolo di coordinatrice del dipartimento scientifico. Negli anni ho continuato a svolgere il compito di coordinatore, ho assunto il ruolo di funzione strumentale area 1 per diversi anni, ora seguo i lavori del PTOF, sono referente per Invalsi e curo la parte riferita agli esiti nel RAV. Collaboro alla stesura del PDM insieme ad altri colleghi. Dopo la mia prima esperienza digitale con la formazione a tutor Didatech a Napoli, ho iniziato ad avvicinarmi alla didattica digitale, da diversi anni faccio parte del team digitale, ho maturato la mia esperienza come docente in classi digitali e ho svolto il ruolo di esperto anche in PON che trattavano questo tema. Nello staff di dirigenza ho il compito di coinvolgere i colleghi all’uso della didattica digitale, attraverso azioni di diverso tipo tra cui condivisione di buone pratiche e la pubblicazione di una news letter mensile con suggerimenti a tema.
PS. Nel tempo libero sono una speleologa e cerco di coinvolgere quanti fossero interessati al mondo speleologico.

 

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