“Oltre le discipline”

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Possono le metodologie didattiche tradizionali permettere alla scuola di affrontare la pluralità delle prospettive e le complesse tematiche della società odierna?

 Quale approccio didattico potrebbe essere più proficuo per gestire il dibattito tra questioni controverse, senza cadere nella tentazione di “rassicuranti” ma, spesso, poco credibili risposte univoche o soluzioni certe e sempre sostenibili?Queste sono solo alcune delle domande a cui INDIRE, attraverso il movimento di Avanguardie Educative, sta cercando di offrire delle risposte concrete, affiancando, da diversi anni, tutte quelle scuole che accettino la sfida di abbandonare la didattica del programma, per sperimentarne una che vada “oltre”. “Oltre le discipline” è una delle proposte che annualmente arricchiscono la Galleria delle Idee per l’Innovazione, in cui vengono raccolte ed implementate le esperienze sperimentate sul campo da moltissime scuole italiane. Essa si basa su un innovativo tipo di progettazione curricolare, capace di mettere in sinergia didattica per competenze, laboratori attivi e una scansione “organizzata” dell’orario volta ad operativizzare ogni disciplina. 

Da ciò scaturirà una didattica altamente motivazionale e sfidante, in cui gli studenti, individualmente o in gruppo, avranno la possibilità di confrontarsi quotidianamente con situazioni problematiche diverse, ricercando soluzioni originali anziché replicare schemi già noti; il coinvolgimento formativo di ogni alunno promuoverà, inoltre, “abilità cognitive” trasversali a tutte le discipline, quali autonomia di giudizio, pensiero creativo, consapevolezza delle proprie potenzialità e flessibilità nella ricerca delle soluzioni.  Andare “oltre le discipline” significa, quindi, abbandonare “sentieri” lineari precostituiti e superare quelle rigide barriere tra discipline e docenti che hanno portato in passato ad una sterile frammentazione dei saperi in segmenti separati e sequenziali di contenuto. Per far questo, però, è fondamentale che la scuola adotti un approccio olistico e trasversale al sapere, un approccio student-centered che coniughi teoria, pratica e tecnica ed integri i processi cognitivi e metacognitivi all’interno di un’unica sfera. Molte sono le teorie pedagogiche di riferimento a supporto di una didattica laboratoriale attiva, contrapposta alla lezione trasmissiva/riproduttiva e volta anche al processo cognitivo, al piano relazionale e collaborativo, alla valenza metacognitiva, di personalizzazione e di orientamento: dalla teoria dell’apprendimento situato di E. Wenger e J. Lave all’apprendimento per scoperta di J. S. Bruner; dall’apprendimento esperienziale di J. Dewey e J. Piaget al costruttivismo comunitario di J. Holmes; dal concetto di zona di sviluppo prossimale di L. S. Vygotskij al concetto di ciclo di apprendimento di D. Kolb e a quello di abiti mentali di A. Costa e B. Kallick.

La valenza inclusiva e motivazionale del laboratorio è supportata anche da F. Frabboni che ne sottolinea la capacità di ridurre, nel rispetto dei diversi stili cognitivi, le difficoltà relazionali e i ritardi cognitivi, spesso causa di emarginazione nei processi di socializzazione e di apprendimento; secondo M. Baldacci, invece, il laboratorio si connota come dispositivo di innovazione scolastica globale (organizzativa, pedagogica e didattica) permettendo, ad esempio, una maggiore socializzazione e la creazione di nuovi modelli degli spazi e degli orari scolastici. Tale proposta si ispira, inoltre, anche all’approccio Project Based Learning (J. S. Krajcick, P. C. Blumenfeld), in base al quale gli studenti, posti innanzi ad esperienze complesse, possono acquisire e sperimentare gli strumenti mentali necessari a fronteggiare la complessità e i rapidi cambiamenti della società contemporanea.L’Idea “Oltre le discipline” non è destinata, tuttavia, ad uno specifico ordine di scuola o ad una particolare fascia di età degli alunni, ma ben si adatta sia agli istituti comprensivi che alla scuola secondaria II grado.In Italia sono tre le scuole capofila che hanno deciso di portare il proprio curricolo “oltre le discipline”: l’Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone” di Copertino (LE) promotore dell’idea, l’ITE “Valentino De Fazio” di Lamezia Terme (CZ) e  l’IISS “Leonardo da Vinci” di Cassano delle Murge (BA). Questi tre istituti, infatti, pur appartenendo ad ordini di scuola e a contesti territoriali molto diversi tra loro, hanno in comune un framework teorico organizzativo-pedagogico che, facendo leva su una didattica attiva curricolare e coniugando metodologie didattiche innovative e pratica laboratoriale, consente agli studenti di sperimentare e di appropriarsi di saperi utili per la vita in società. 

Avendo scelto di non seguire più la rigida logica del programma, tali scuole hanno rivisitato dalle fondamenta la propria organizzazione didattica per dare maggior spazio ad un approccio di tipo formativo, senza trascurare, tuttavia, anche l’importanza di un approccio più tecnico alle conoscenze. Le scuole aderenti all’Idea “Oltre le discipline”, infatti, progettano collegialmente, all’inizio dell’anno scolastico, le proprie unità didattiche, trasversali e pluridisciplinari, a partire dai nuclei fondanti (e non solo tematici) delle discipline, selezionando solo i contenuti maggiormente utili allo sviluppo di determinate competenze e più rispondenti al contesto territoriale e al contesto della classe. Inoltre, le attività scelte dai docenti (disciplinari, multidisciplinari, pluridisciplinari, curricolari ed extracurricolari) hanno l’obiettivo di “far dialogare” le discipline tra loro e di dar voce alle istanze e ai bisogni dei giovani: ciò garantisce, da una parte, la non frammentazione dell’apprendimento in rigidi segmenti disciplinari e, dall’altra, la valorizzazione dello studente/persona e della sua unicità, attraverso la proposta di compiti sfidanti e coinvolgenti, volti a favorire un processo di autovalutazione formativa. 

Ognuna delle scuole aderenti all’Idea, partendo da questi comuni presupposti, ha costruito il proprio impianto didattico per rispondere alle diverse istanze dei propri stakeholder, pervenendo ad ottimi risultati in termini di sviluppo delle competenze sociali e civiche, fondamentali per il successo formativo di ogni alunno, ma anche in termini di riduzione della dispersione scolastica o di futuro inserimento nel mondo del lavoro. 

L’Istituto Comprensivo di Supersano (LE), ad esempio, per far fronte a comportamenti di bullismo e cyberbullismo, diffusi in particolare nella scuola secondaria I grado, ha scelto di integrare un curricolo socio-affettivo con quello cognitivo, puntando sulla centralità dell’impianto trasversale e programmando sulla base delle strutture epistemologiche delle discipline. Lo sviluppo delle competenze sociali e civiche, infatti, così come previsto dalle Indicazioni Nazionali per il I ciclo (2012), non può essere considerato in modo episodico, circoscritto solo a determinate situazioni o finalizzato a tamponare l’emergenza, ma deve necessariamente far parte di un lavoro curricolare sistematico e continuo che rientri anche nell’ambito della valutazione del comportamento di ogni studente. 

Per offrire risposte concrete ai bisogni dei propri alunni, in termini di motivazione, autoefficacia, gestione delle frustrazioni, controllo degli impulsi e delle relazioni, e modulazione dei propri stati d’animo, l’istituto ha, dapprima, messo a punto un Profilo in uscita che tenesse conto anche dell’aspetto cognitivo e socio-affettivo dell’alunno, fortemente connesso, infatti, alle competenze chiave europee; successivamente, dopo aver coinvolto tutti i docenti in una specifica formazione teorica e laboratoriale, ha adottato una nuova organizzazione didattica che prevede, durante l’anno scolastico, una sospensione periodica della didattica disciplinare ordinaria, durante la quale i docenti potranno svolgere le attività programmate nell’ambito del curricolo socio-affettivo secondo il normale orario di servizio, per classi parallele e/o a classi aperte, in verticale o in orizzontale. 

Un altro esempio è offerto dall’Istituto Comprensivo “G. Falcone” di Copertino (LE), il cui impianto didattico è caratterizzato principalmente da tre grandi filoni: una didattica incentrata sulle abilità cognitive definita "So studiare”, che accompagna gradualmente il bambino dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria di primo grado per aiutarlo ad acquisire specifiche abilità sul metodo di studio; una didattica per competenze caratterizzata da laboratori altamente motivazionali, con compiti di realtà incentrati sulle competenze trasversali; una nuova scansione organizzativa basata su una “pacchettizzazione” dell'orario, in base alla quale ogni docente destinerà una parte del proprio monte ore  alla lezione tecnica e un’altra parte alla didattica laboratoriale.

I docenti dell’IISS “Leonardo Da Vinci” di Cassano delle Murge (BA), invece, hanno scelto di legare profondamente la scuola al territorio: sulla base di una tematica scelta a giugno per l’anno successivo e sviluppata nei dipartimenti di settembre, ogni consiglio di classe elabora la propria UdA; ogni classe, in seguito, sceglie un esperimento che ogni studente dovrà sviluppare con l’ausilio di tutte le discipline e presentare al Festival della Scienza della città, coinvolgendo tutta la cittadinanza. Secondo i ricercatori INDIRE, quindi, gli istituti comprensivi che decidano di adottare l’Idea “Oltre le discipline” avranno la possibilità di realizzare un curricolo integrato e verticale ai tre ordini di scuola, dai cui itinerari progettuali far scaturire spazi esperienziali motivanti, orientativi, volti alla promozione di competenze chiave e alla valorizzazione della creatività del singolo. Gli istituti della scuola secondaria di secondo grado, invece, potranno attivare dei percorsi laboratoriali curricolari che integrino l’area scientifica e l’area umanistica grazie all’ausilio della metodologia induttiva, permettendo agli studenti di partire dall’esperienza per arrivare alla rappresentazione e poi alla generalizzazione del sapere. 

Ecco cosa significa andare OLTRE! 

Superare il gap esistente tra il mondo scuola e la società, permettendo ad ogni ragazzo di misurarsi con il  territorio, costruendo e proponendo all’esterno, ad esempio, non solo artefatti ma prodotti autentici, quali mostre d’arte, eventi culturali e scientifici organizzati per la cittadinanza, scrittura di storie destinate al pubblico…Questa osmosi, questo rapporto delle scuole con il territorio ha un impatto notevole sull'autostima dell’allievo che sente di fare qualcosa di utile e di apprezzabile, che entra in comunicazione con altre persone, con altri soggetti e che costruisce un'immagine di sé come soggetto competente, con una funzione concreta all'interno della società.Presupposto essenziale affinché ciò si realizzi, tuttavia,  dovrà essere un diffuso senso di comunità di pratica all’interno della scuola, una Vision condivisa incentrata sulla flessibilità ma soprattutto sulla voglia di progettare, di sperimentare, di monitorare e di valutare “insieme”; una scuola che accetti la sfida dell’innovazione dovrà aprirsi al mondo, valorizzando ogni risorsa e puntando sulla condivisione e la crescita, anche perché “Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee” (George Bernard Shaw). 

Barbara Coluccia. Attualmente docente di lingua francese nella scuola secondaria I grado ma profondamente legata alla scuola dell’infanzia, dove ha mosso i primi passi come insegnante, ha svolto nel corso degli anni diversi ruoli nella scuola: collaboratrice della dirigente, animatore digitale, membro del Consiglio d’Istituto, referente alla legalità, membro del N.I.V., coordinatrice e referente per la valutazione PROGETTI – PON, funzione strumentale PTOF e formazione docenti. Dopo aver partecipato ad un progetto di ricerca-azione ha svolto anche diversi incarichi come formatrice per docenti nell’ambito della didattica per competenze e della costruzione degli ambienti di apprendimento anche con l’ausilio del digitale.

 

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