INTELLIGENZA ARTIFICIALE, LAVORO E CONOSCENZA CRITICA

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L’innovazione tecnologica è un fenomeno dalla natura poliedrica. Ad esso occorre guardare con mentalità aperta e da una prospettiva altrettanto poliedrica.

Al contrario, il rischio è quello di farsi risucchiare dalle sabbie mobili dell’ottuso scetticismo o di farsi sparare a razzo su Marte da un enfatico entusiasmo. Alla direzione verso questi due poli, o in caso di direzione incerta, occorrerebbe preferire le verità, sebbene afferenti ad aspetti tra di essi contrastanti. Per di più, sarebbe opportuno porre le verità, tra di esse, in un rapporto intenzionalmente dialogico, pena, l’intorbidamento e l’isterilimento della questione.A tal proposito, si colgono, già da un po’, segnali di apprezzabile attenzione ad un approccio interdisciplinare tra differenti professionalità e gli informatici, che fanno ben sperare in un proficuo contributo delle diverse discipline.Attenzione particolare merita la questione dell’Intelligenza Artificiale (A.I.), una dimensione, quest’ultima, dell’innovazione, oramai molto diffusa nelle varie forme del vivere sociale. L’A.I., in vetta tra le tendenze tecnologiche, ad oggi costituisce uno dei piloni del rinnovamento digitale dei più svariati tipi di impresa ed è certamente priorità dei responsabili informatici aziendali (gli ormai noti chief information officer). Essa incide, apportando un cambiamento epocale e rivoluzionario, tanto sulle nostre abitudini quotidiane, quanto sui processi di produzione delle industrie e sui modelli di business delle aziende  - si pensi che il settore che maggiormente investe nelle tecnologie dell’intelligenza artificiale è quello bancario.

Gli investimenti a livello globale delle aziende nell’ambito dell’intelligenza artificiale, stando ai dati dell’International Date Corporation, società mondiale che si occupa di ricerche di mercato, cresceranno più del triplo rispetto a quelli del 2018.“Solo in Europa nel 2018 le imprese hanno speso 3 miliardi di dollari, pari a una spesa media maggiore del 47% rispetto all’anno precedente. Un trend confermato anche da parte delle aziende italiane che hanno visto crescere di circa il 31% rispetto al 2017, le spese per l’intelligenza artificiale, attestate su circa 7 milioni di euro nel 2018 e con una stima di 25 milioni prevista per il 2019” (cfr. “Il boom dell’intelligenza artificiale”, http://www.instantfuture.it/tech/robotica/il-boom-dell-intelligenza-artificiale-1.8031). “C’è intelligenza artificiale ovunque. L’intelligenza artificiale sta alla base di quasi tutto quello che oggi facciamo nella tecnologia”, a sostenerlo è Brian Burke, capo della ricerca Gartner - società per azioni multinazionale, con sede a Stamford, Connecticut, leader mondiale che opera nel settore della consulenza strategica - in occasione del Gartner Symposium/ITxpodi Città del Capo. A dire di Burke, c’è tanta A.I. tra le tendenze tecnologiche che maggiormente impattano con le organizzazioni nel 2019. Le più prestigiose case automobilistiche mirano a raggiungere il quarto livello di autonomia di guida. Il che significa che le auto si guideranno da sole. “Gartner ritiene che, entro il 2021, il 10% dei veicoli nuovi avrà capacità di guida autonoma, rispetto all’1% del 2017” (cfr. “L’AI guida le 10 tendenze tecnologiche del 2019 secondo Gartner” http://www.spindox.it/it7blog/ai-trend-tecologici-2019-gartner/ ).Sembra proprio che con l’A.I. la realtà finirà per superare la fantasia! 

Secondo la succitata ricerca, tra le tecnologie strategiche, merito dell’A.I. sarà anche la spinta significativa che avrà l’edge compunting – l’elaborazione delle informazioni ai margini della rete, dove vengono prodotti i dati. Così anche la sperimentazione, da parte delle imprese, di tecnologie immersive nel campo di applicazioni B2B (“Business to Business”: commercio tra due aziende, enti pubblici, ecc.) e B2C (“Business to Consumer”: rapporto di commercio tra una realtà commerciale ed un consumatore). Lo stesso vale anche per l’inclusione di progetti di quantum computing (basati su una tecnologia - il Quantum Computer, processore la cui funzione si fonda sulle leggi della meccanica quantistica - in rapida evoluzione) nel budget delle organizzazioni, così come per crescente il protagonismo delle tecnologie di tipo blockchain “Secondo Gartner, la blockchain creerà 3,1 miliardi di dollari in valore aziendale entro il 2030” (cfr. “L’AI guida le 10 tendenze tecnologiche del 2019 secondo Gartner” http://www.spindox.it/it7blog/ai-trend-tecologici-2019-gartner/ ).L’A.I. avrà parte di merito anche nell’incremento all’impulso, da parte delle organizzazioni, all’adozione di buone pratiche nella valutazione dei rischi di conformità e nell’adozione di adeguata protezione della privacy. Fra le odierne tendenze tecnologiche, attenzione, per le sue possibili ricadute sull’ambiente, merita l’aspetto degli Smartspaces “Non a caso, anche l’Unione europea ha lanciato un programma Smartspaces, che coinvolge diverse città fra cui anche Milano. Gartner definisce gli spazi intelligenti come ambienti fisici o digitali popolati da esseri umani e abilitati dalla tecnologia, che sono sempre più connessi, intelligenti e autonomi” (cfr. “L’AI guida le 10 tendenze tecnologiche del 2019 secondo Gartner” http://www.spindox.it/it7blog/ai-trend-tecologici-2019-gartner/ ).

La pervasività dell’A.I. nel campo del lavoro si coglie tramite le previsioni di Gartner circa il grande impatto della stessa nell’ambito dei processi manufatturieri. Si pensi all’utilizzo che le aziende industriali fanno del digital twin (gemello digitale). “Nel contesto dell’industria 4.0, i gemelli digitali sono copie perfette di prodotti o processi manufatturieri, che però hanno vita e interagiscono tra loro solo nel mondo digitale. Si tratta di proiezioni utili nel campo della prototipazione, dei test prestazionali e nella diagnostica operativa. Entro il 2021, ha dichiarato Burke, la metà delle grandi aziende industriali utilizzerà i gemelli digitali, con un miglioramento e un’efficacia del 10%” (cfr. “L’AI guida le 10 tendenze tecnologiche del 2019 secondo Gartner” http://www.spindox.it/it7blog/ai-trend-tecologici-2019-gartner/ ).

Si prevede grande pervasività dell’A.I. anche nell’ ambito dello sviluppo di applicazioni, così come anche il passaggio dagli advanced analytics -  fondamentali per il vantaggio competitivo delle aziende, grazie al loro supporto ai processi decisionali, mediante l’intuizione di tendenze, comportamenti, bisogni, problemi e la possibilità di acquisire dati in tempo reale, restituendone immediatamente il valore - agli augmented analytics.A questo punto del discorso, viene da pensare al povero protagonista – lavoratore impiegato in un’azienda - di “Modern Times” - film statunitense del lontano 1936, scritto, diretto e interpretato dal magico Charlie Chaplin - il quale mal si adatta all’implacabile avanzamento tecnologico impostogli. Il pensiero aggancia il capolavoro Hollywoodiano, non solo per vicinanza al vissuto del protagonista, lavoratore schiacciato dall’imposizione del progresso tecnologico, bensì, perché ad ispirare al creatività di Chaplin furono proprio le sue riflessioni sulla Depressione che in quegli anni coinvolse rovinosamente gli Stati Uniti d’America, facendo precipitare l’economia, dall’ottobre del 1929, con gli inizi del crollo della Borsa, sino ai primi mesi del 1933 ed innalzando vertiginosamente il tasso di disoccupazione in tutti i settori. Il contesto della Depressione di “Modern Times” con i tempi che corrono, ha in comune il fatto innegabile che, mentre nel mondo cresce la povertà economica, aumenta lo sviluppo tecnologico (o viceversa). 

Tornando all’accezione positiva della tecnologia, come mezzo per migliorare le nostre condizioni di vita, si può asserire che è per suo tramite l’avvento della “rivoluzione documediale “ di cui parla il filosofo torinese Maurizio Ferraris, influenzato dal filosofo francese Jacques Derrida. Il deciso ritorno della cultura scritta si deve alla tecnologia, che ha condotto alla trasformazione digitale. Si pensi al gran proliferare di documenti scritti salvati sulla memoria dei nostri computer e delle grandi piattaforme tecnologiche. Dopo il capitale industriale e poi il capitale finanziario, oggi, grazie al Web, avanza il capitale documediale. Ne risultano una sempre più potente documentalità e una sempre più diffusa e pervasiva medialità.I “nativi digitali” hanno competenze per usare, avvantaggiandosene, le infinite possibilità dell’universo digitale, ma queste competenze, non possono e non devono prescindere dalla conoscenza critica.Per dare forma ad un’emergenza, è ora quanto mai opportuno porre l’accento sulla questione della conoscenza critica come necessità.

Tale necessità si ravvisa chiaramente nella Raccomandazione del Consiglio Europeo, 22 maggio 2018 sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente (rinnovamento e sostituzione dispositivo del 2006), nella parte dedicata a La Competenza Digitale. Quest’ultima non comprende solo l’alfabetizzazione informatica, digitale, mediatica e la  creazione di contenuti digitali. Essa comprende anche la comunicazione e la collaborazione, le questioni legate alla sicurezza e alla proprietà intellettuale, così come il pensiero critico e la risoluzione dei problemi. Rientra, in tale competenza,  la comprensione del modo in cui le tecnologie digitali attivano, implementano e supportano la comunicazione, l’innovazione e la creatività. L’ obiettivo è un approccio critico a informazioni e dati (si pensi alle fake news) e la consapevolezza delle opportunità, ma anche delle conseguenze che le tecnologie comportano (si pensi all’importanza di saper proteggere contenuti, informazioni, dati personali). L’atteggiamento alla base dell’interazione con le tecnologie dev’essere “riflessivo e critico”, ma anche fondato sulla curiosità e sulla responsabilità. 

“In una fase storica che risulta, ad avviso di taluno, caratterizzata dalla “death of expertise”, morte delle competenze (…) tende ad affermarsi la convinzione che la disponibilità delle informazioni renda chiunque capace di utilizzarle, sebbene sfornito di un’adeguata competenza di sostegno per assumere le decisioni, più in generale, è diffusa l’idea che i corpi intermedi della società (insegnanti, professionisti) e le loro funzioni di mediazione tecnica e culturale non siano più necessari (…) Non è casuale che gli Oxford Dictionaries abbiano eletto parola internazionale dell’anno 2016 il lemma “post-verità”, dopo le elezioni presidenziali americane e il controverso referendum sulla Brexit. Il prefisso post non indica un venire dopo ma denota una situazione nella quale la verità oggettiva perde di rilievo e prevalgono le convinzioni personali, costruite ed alimentate attraverso opinioni diffuse attraverso la rete internet”  (cfr. “Informatica e diritto. Un dialogo necessario” di Massimo Palazzo, Leggi d’Italia Legale, Wolters Kluwer, http://www.studiolegale.leggiditalia.it ).Dato il travolgente impatto delle nuove tecnologie sul mondo del lavoro e considerato che sempre più posti di lavoro sono automatizzati, le competenze richieste sono cambiate e quelle  imprenditoriali, sociali e civiche sono determinanti per assicurare adattamento ai repentini cambiamenti. 

L’investimento nelle competenze di base (alfabetiche, matematiche e digitali) è, oggi, più importante che mai, si pensi alle indagini internazionali sulle competenze degli studenti (PISA, OCSE) o degli adulti (PIAAC). Così come più importanti che mai, per conseguire progressi e successi, sono la risoluzione dei problemi, l’autoregolamentazione, la creatività, lo spirito critico, la capacità di cooperare, il pensiero computazionale. La curvatura della Raccomandazione sopracitata  e degli obiettivi del sistema di istruzione verso il valore della sostenibilità risponde ad istanze di ordine etico e l’innovazione si può intendere come un nuovo modo di sentire e quindi di pensare (atteggiamento).

Anna Rita Cancelli, di professione docente. Operazione matematica preferita: la sottrazione.

 

 

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