Piccolo ritratto della didattica a distanza: dall’oracolo delfico al maestro Manzi.

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Il leitmotiv è che «non è mai troppo tardi».

La Scuola di Atene di Raffaello, l'apoteosi della bellezza

Platone nel Teeteto (55d, 155d) ricorda, più volte, che «l’uomo è l’unico animale che ha lo stupore di esistere». Dallo stupore, dalla meraviglia (la meraviglia ricorda Massimo Cacciari «non è un pensiero» cfr. M. Cacciari, Dell’inizio, Adelphi, 2008) scaturisce il dia-logo: il prefisso dia indica la «massima distanza tra due parti» (U. Galimberti) che unito a logos forma la prima, naturale e duale (proprio per natura) circonferenza della parabola della parola che attraversa la distanza mente-cuore-mente (cfr. A. Moro, Breve storia del verbo essere, Adelphi; Rita Levi Montalcini, L’irresistibile fascino del cervello, Hoepli, Milano). L’Uomo è l’«unico animale» che chiede, che si chiede: in questo atto di ri-chiesta, nelle pieghe di questa azione emerge l’effettiva esperienza dello sprofondare che si fa distanza da sé e dagli altri. L’attività, la metodologia, la ricerca della «didattica a distanza» non è un’assoluta novità scaturita dall’art 1, c. g del DPCM del 4 marzo 2020. Essa è un pilastro, una prerogativa inesorabile propria del fare scuola: già nell’Alto Medioevo i monasteri con i loro scriptoria non sono soltanto i «luoghi di scrittura/copiatura ma centri/strumenti di comunicazione ed ancora di più luoghi di passaggio e di soggiorno anche per signori e feudatari laici». (cfr. Giulio Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Einaudi). 

Nella sua etimologia greca «scuola» indica uno «spazio aperto» attraversato dalla comunicazione anche quella «elettronica» di questi ultimi due mesi. Lo stesso verbo «comunicare» (e/o il suo sostantivo «comunicazione») derivano dal latino comunis che è una parola composta, formata dalla preposizione/congiunzione cum e dall’aggettivo munis (che svolge i propri compiti; riconoscente; servizievole, compiacente). Comunicare, un’altra parabola-parola-verbo/azione, che già etimologicamente, dunque per propria natura, dispiega, distende i propri compiti nella «distanza» qualunque essa sia. La «didattica a distanza» non è necessariamente distante. Due esempi in due «icone»: don Lorenzo Milani (1923-1967) e il maestro Alberto Manzi (1924-1997). Paradossalmente la scuola di Barbiana allestita in una canonica formata da un insegnante unico sorretta dalla frase I care fa nascere una didattica che ancora oggi viene studiata ed attuata in tutto il Mondo. Un metodo didattico dal volto umano racchiuso in Lettera ad una professoressa. 

Non è mai troppo tardi. Corso di istruzione popolare per il recupero dell'adulto analfabeta: un programma televisivo, che dal 1960 al 1968, dal lunedì al venerdì, prima sul «Programma Nazionale» e poi sul «Secondo Programma», con il sostegno del Ministero della pubblica istruzione, ha insegnato a leggere e a scrivere agli italiani che non ne erano ancora in grado pur avendo superato l’età scolare.Il professore di linguistica e di filosofia del linguaggio Tullio De Mauro nella sua Storia linguistica dell'Italia unita scrive che ancora nel 1955 soltanto il 18% degli italiani usa abitualmente l’italiano e il 20% è vincolato al monolinguismo dialettale. Nel 1960 il maestro elementare Alberto Manzi è un intellettuale importante, di grande cultura ed erudizione. Nel 1948 ottiene un premio Collodi per il suo romanzo Grogh, storia di un castoro (tradotto in decine di lingue). Sempre alla fine degli anni Quaranta ed inizio anni Cinquanta è assistente del professore Luigi Volpicelli (allievo a sua volta di Giovanni Gentile) alla facoltà di Filosofia. Dal 1953 dirige la Scuola Sperimentale dell’Istituto di Pedagogia della Facoltà di Magistero de La Sapienza.La passione per l’insegnamento il maestro Manzi l’acquisisce attraverso l’esperienza, negli anni immediatamente successivi alla guerra, nel carcere minorile «Aristide Gabelli» di Roma, dove insegnava a novantaquattro giovani detenuti senza nemmeno sedie e banchi. 

In Non è mai troppo tardi – in un’ora circa di trasmissione/lezione – il maestro Manzi dispone della più moderna tecnologia dell’epoca. Nelle sue lezioni si serve di filmati, supporti audio, dimostrazioni pratiche, ecc… Non è mai troppo tardi è, ed è stato, un progetto fortemente innovativo, con 4 milioni di ascolto al giorno. Due esempi lontani forse nel tempo ma incastonati come pietre vive nella memoria (umana, didattica, professorale) di milioni di italiani custodi del tesoro (Tesoro, guarda il «caso», è il titolo dell’opera «didattico-allegorica» più importante del Duecento italiano, una raccolta di tutto il sapere umano, opera del maestro Brunetto Latini che ha insegnato a Dante ma anche a molti altri scolari come «l’uom s’etterna») di tali e preziosi «insegnamenti» . Le tracce della didattica a distanza sono legate alla recitazione degli «aedi» (ἀοιδοί), dei «rapsodi» che a distanza, nelle piazze, cantano il primo libro scolastico (Omero), alle conversazioni dei simposi, agli oracoli delle Pizie (dotate di una profonda istruzione in storia, letteratura, geografia, filosofia), alla trasmissione e poi codificazione dei nostri primi testi volgari prodotti dai «giullari» in un rapporto immediato ma distante con il pubblico dei mercati, delle piazze, delle fiere.  

Pietro Salvatore Reina, docente di religione presso l'Istituto Comprensivo Merano I. Ha conseguito il titolo di Magistero in Scienze Religiose presso l'ISSR «San Luca» di Catania. Laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Catania. Membro del Direttivo della «Società Dante Alighieri»-Comitato di Bolzano. Autore di articoli e recensioni (Stilos) e di tre saggi (Tre donne alla ricerca della verità: Elsa Morante, un angelo amato di penna; Lalla Romano e Susanna Tamaro, l'inquieta via verso la luce; Pier Vittorio Tondelli, un tessitore di parole intrecciate dalla grazia e dalla bellezza) nel volume 5° dell'opera La letteratura e il sacro (a cura di Francesco D. Tosto), Bastogi, Roma, 2017 (Primo Premio «Tulliola Renato Filippelli»). Co-autore con il dirigente scolastico Luigi Martano del saggio Dentro o Fuori. Bullismo - Cyber, Edizioni Circolo Virtuoso, 2017.

 

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