Siamo noi i mattoni per costruire la scuola del futuro

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La saggezza popolare sta nelle fiabe e nei proverbi A me viene in mente la fiaba dei tre porcellini, i primi due costruiscono una casa di carta e una casa di paglia, che cadono al soffio del lupo cattivo ma, il terzo porcellino, costruisce una casa di mattoni che resiste e che salva loro la vita. Perché ho citato questa fiaba nota a tutti? Perché la scuola deve essere come la casa del terzo porcellino, solida e di mattoni.

I mattoni della scuola siamo noi docenti e, non solo, sono mattoni anche il Dirigente, il personale amministrativo, il personale ATA, gli studenti e le loro famiglie. Tutti siamo fondamentali perché la scuola risulti un luogo sicuro e pronto ad affrontare le intemperie che la vita pone come ostacoli, che possono parere invalicabili, a volte. Certo, non tutti i mattoni sono uguali, ce ne sono di più resistenti e di più deboli, ce ne sono anche di deteriorati ma la calce li rende, unendoli insieme, capaci di resistere.E cos’è la calce? E’ la voglia di cooperare, di affrontare insieme le difficoltà. Mai più che in questo momento di emergenza, a mio parere, tutti i componenti della struttura scolastica si sono messi in gioco. Chi era più preparato ad affrontare questa situazione nuova ed inaspettata, ha fatto da supporto a chi era, o solo, si sentiva più vulnerabile. Chi si è trovato davanti difficoltà che credeva insormontabili, si è auto formato, si è confrontato con gli altri.Lo so che sembra un controsenso ma io sono convinta che mai, come in questo momento, le diverse parti del tutto siano state così unite. Un vecchio detto sosteneva che la gente si unisce se ha un nemico comune e così è accaduto anche nella scuola. Il nemico comune è stata una pandemia scoppiata all’improvviso che ci ha trovati impreparati ma che non è riuscita a spegnere la voglia di costruire qualcosa insieme.

Ognuno ha reagito a modo suo ma nessuno è rimasto inerte. Tutti siamo consapevoli che le cose sono irrimediabilmente cambiate e che non si tornerà più al passato, perché il futuro sarà inevitabilmente diverso. Una canzone dice “il passato non potrà tornare uguale mai, forse è meglio, perché no? Tu che ne sai”. Ed è proprio questa l’ottica che tutti noi, ognuno nel proprio ruolo, dobbiamo avere. E’ ovvio che questa calamità è, di per sé un evento funesto ma bisogna cercare in essa anche delle opportunità di crescita.Molti, se non fossero stati obbligati dalle circostanze, non si sarebbero mai avvicinati, in modo così costruttivo, alle nuove tecnologie che, comunque esistono da tempo ma che sono sempre viste come strumenti in secondo piano. Molti hanno capito che la DAD annulla le distanze temporali e spaziali, che può diventare uno strumento che avvicina le persone, non che le allontana. Certo, è un grande cambiamento e, come ogni novità, fa paura e costa fatica adeguarcisi.

Ma questa è la fatica è intrinseca in un progetto di ogni nuova costruzione e, la scuola, in particolare, deve ristrutturarsi, in tutte le sue componenti che, insieme, come mattoni legati dal cemento, possono realizzare un edificio nuovo, pronto a resistere a quegli input che arrivano da una società in continua ed inarrestabile evoluzione. La scuola non può e non deve rifugiarsi in una metodologia che, ormai, è diventata obsoleta.Anche se molti pensavano che questo fosse come una lotta contro i mulini a vento, ora, in questa situazione di emergenza, si sono dovuti rendere conto che le nuove tecnologie hanno abbattuti muri che, altrimenti, sarebbero stati invalicabili. I mattoni più robusti, adesso, devono sostenere quelli più deboli perché solo insieme il muro costruito diventerà forte e capace di perdurare nel tempo. Non dobbiamo mai dimenticare che siamo noi, ognuno con il proprio operato, a costruire la scuola del futuro.Questo non vuol dire che non faremo errori, ne faremo, e anche molti, ma insieme troveremo le soluzioni e renderemo la scuola un luogo in cui vale la pena di vivere e di crescere.

Emanuela Rosina nasce a Milano, nel 1961, si laurea in Lettere Moderna all’Università degli Studi di Milano. In seguito consegue i seguenti Master “Didattica della Lingua italiane”, “Storia del Novecento”, presso l’Università di Tor Vergata a Roma, “Esperto in didattica assistita dalle nuove tecnologie”. “Tecnologie della Didattica” e “Digital strytelling” al Politecnico di Milano. Ha diversi tipi di esperienza di insegnamento: negli anni si trova ad insegnare: religione, sostegno e lettere alla scuola secondaria di primo grado. Attualmente è Docente di Ruolo di Letteratura e Storia all’ITAG “Italo Calvino” di Noverasco di Opera, in provincia di Milano. E’ appassionata di Filosofia Antica

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