CodyTrip, gita (virtuale) a Urbino

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Oggi è stata una giornata molto divertente: abbiamo corso tutto il giorno alla ricerca dei QR code per le vie di Urbino, dove tutto è in pendenza. Era una bellissima giornata di sole e noi eravamo 7.000! Bambini, ragazzi, insegnanti, tutti in gita, a fare gli esperimenti di coding e la caccia al tesoro con il mitico Prof. Alessandro Bogliolo.

 Urbino è una città fatata, costruita su due colli, come una sella di cavallo, ed è circondata da colline e montagne. Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano e da allora conserva quell’eredità architettonica. Da ogni parte della città, se guardi bene tra le case, spunta la torre del Palazzo Ducale. E’ stato Federico da Montefeltro, prima Conte poi Duca della città, a farlo costruire su una scarpata, con la facciata rivolta in direzione di Firenze, così chi arrivava da lì poteva vedere da lontano la sua imponente dimora. 

Quando stamattina siamo scesi dalla corriera, siamo stati catapultati in un altro mondo. Sembrava quasi di sentire gli zoccoli dei cavalli salire da Piazza Mercatale lungo la strada acciottolata. Federico, abilissimo condottiero di successo, tornava con i suoi uomini e percorreva la rampa elicoidale per entrare nel suo Palazzo. Lo abbiamo seguito mentre lasciava il cavallo nelle scuderie e andava a farsi il bagno termale per rifocillarsi. Abbiamo teso l’orecchio per cogliere i tintinnii delle posate nelle cucine, i rumori dei lavori in tintoria e nei magazzini, il brusìo della vita di oltre 500 persone, tra uomini e donne con la propria servitù. Era una città nella città e noi abbiamo fatto un salto indietro nel tempo e vissuto una giornata di fine 1400 insieme alla raffinata corte di Federico e ai musici, danzatori e artisti: Piero della Francesca, Francesco di Giorgio Martini, Giovanni Santi.

Appena siamo entrati nel Palazzo Ducale siamo subito caduti nel tranello prospettico del suo cortile, che sembra quadrato, ma in realtà, ha forma rettangolare. Il trucco è contare gli archi e le finestre! Abbiamo visitato le stanze e ammirato le splendide opere d’arte che vi sono raccolte. I tesori di arredamento e tappezzeria non ci sono più perché Vittoria Della Rovere, due secoli dopo, ha portato la maggior parte delle cose con sé a Firenze. I dipinti presenti bastano, però, a dare grande valore al luogo e catturano l’attenzione sulla precisione e l’ordine, l’eleganza e il gusto dell’epoca. 

La stanza più importante, che è anche la più piccola, è lo studiolo di Federico, tutto intarsiato in legno con effetti illusionistici e giochi di prospettive che creano un incredibile movimento.

La cosa più originale, secondo me, è il giardino pensile. Noi l’abbiamo ammirato dall’alto quando siamo saliti su uno dei torricini e abbiamo scoperto che il giardino all’interno dei palazzi aristocratici era molto di moda in tutte le corti italiane. Il profumo delle rose di Maggio è arrivato forte alle nostre narici. Inoltre, il panorama da lassù è pazzesco, sembra di volare tra i tetti delle case e da lontano si scorge la Fortezza di Albornoz.

Abbiamo avuto anche una bella fortuna. Quando siamo usciti dal Palazzo, abbiamo notato due belle cortigiane e, seguendole, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un duello! Il vincitore era un cavaliere d’onore e per questo ha risparmiato la vita del suo avvversario, ma noi spettatori siamo rimasti con il fiato sospeso fino alla fine.

La parte più bella della giornata, però, è stata la sera con il pigiama party, il primo della mia vita, e la favola della buonanotte. Abbiamo ascoltato tutti in silenzio la storia della strega malvagia di Cocuzzolo che era malata di invidia, ma grazie alla bellezza e alla bontà di una principessa, era riuscita a guarire e a diventare una fata onesta e generosa, ma soprattutto aveva imparato a coltivare le proprie doti e a metterle al servizio degli altri. Spero di ricordare la morale di questa favola tutte le volte che perdo la pazienza con quella pestifera di mia sorella.

Stamattina abbiamo fatto colazione prestissimo e siamo usciti dal nostro bellissimo albergo di corsa per il risveglio muscolare al parco della Fortezza. Abbiamo fatto gli esercizi per allenarci a contatto con la natura. Sullo sfondo avevamo un’incredibile vista della città ancora avvolta nella nebbia e le vette dei monti all’orizzonte tra le nuvole.  

Urbino è la città di Raffaello, che già da bambino aveva dimostrato un grande talento naturale nel disegno e aveva avuto come maestro suo padre, artista affermato. Il piccolo Raffaello aveva assorbito, come una spugna, tanta arte da tutti i poeti, letterati, pittori della corte di Federico. Abbiamo visitato la casa natale e ammirato la prima opera di Raffaello: l’affresco dipinto sulla parete che ritrae una donna con un bambino. Nel cortile interno abbiamo trovato il suo pestello per macinare i colori, che un tempo si trovara al piano terra, nella bottega. E’ stato facile immaginarlo mentre dipingeva Il ritratto di gentildonna (La Muta), che abbiamo ammirato ieri. 

Prima di ripartire, abbiamo visitato l’Oratorio di S. Giovanni dove abbiamo potuto vedere gli affreschi della crocifissione di Cristo. Siamo rimasti tutti stupiti perchè nel racconto per immagini ci sono didascalie e fumetti. E’ proprio forte il desiderio degli uomini di narrare con simboli e parole!

Sulla strada per tornare a Mercatale, come avevamo fatto anche ieri, ci siamo fermati in un negozio per chiedere la parola d’ordine per farci riconoscere quando torneremo ad Urbino. Quest’ultima parola è molto importante perché identifica la tradizione del colore blu prodotto nel Montefeltro. Il Guado è una pianta che veniva coltivata in Europa prima che venisse portato l’Indaco dall’Oriente. Molti tessuti delle cortigiane erano scuri, lo sappiamo dai tanti ritratti che Raffaello e gli altri pittori ci hanno lasciato.

Il momento dei saluti è stato commovente perché anche se la gita è durata solo due giorni è stata piena di emozioni. Abbiamo giocato con il coding, risposto agli indovinelli, mangiato la crescia sfogliata e i passatelli, scoperto lo scrigno dei tesori preziosi di Urbino.

La cartolina che ho spedito ai miei genitori è già arrivata e l’ho messa sul mio comodino, aspettando di tornare presto a Urbino! 

Alessandro B. 

Classe 1°C Scuola Sec. I grado

Nota per il lettore: 

Quest’anno, a causa del Covid-19 sono state annullate tutte le gite. La visita a Urbino si è svolta in modalità online, permettendo di superare con l’immaginazione i limiti dell’isolamento sociale imposto dalla pandemia. Studenti provenienti da tutta Italia sono stati ricevuti dal Prof. Alessandro Bogliolo, che si è trasformato in un robottino comandato a distanza attraverso la CodyRoom, una stanza virtuale per seguire in diretta streaming e interagire sulle scelte con sondaggi istantanei. Durante quest’esperienza interattiva, gli studenti hanno potuto visitare La Galleria delle Marche, ancora chiusa al pubblico, grazie ad un telefonino collegato alla CodyRoom, affidato alle guide autorizzate; hanno analizzato cartine e disegni per entrare nella casa di Raffaello con la fantasia; hanno guidato il loro robottino per le strade del centro storico di Urbino, patrimonio dell’Umanità Unesco; hanno trascorso due giorni all’insegna della cultura, del coding e del divertimento. 

 

          

 

http://codemooc.org/codytrip-2020/

Mi chiamo Stefania Altieri. Sono insegnante e formatrice, ambasciatrice Scientix e moderatrice eTwinning di un gruppo tematico europeo sul coding. Sono appassionata di TIC e di didattica digitale. Credo fermamente nel ruolo dell’insegnante nella formazione delle nuove generazioni per un futuro migliore e responsabile.

 

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